Il fumo resta il «big killer». E lo «svapo» non è da meno

L’ALLARME. Roberto Boffi (Istituto nazionale dei tumori di Milano): i rischi associati all’uso del tabacco restano altissimi. E l’e-cig ha peggiorato le cose.

Bergamo

Il fumo rappresenta ancora oggi una delle principali emergenze sanitarie. A rilanciare l’allarme è il professor Roberto Boffi, responsabile di Pneumologia presso l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, che mette in luce i dann i gravi e spesso irreversibili causati dal consumo di tabacco e dai nuovi dispositivi elettronici a base di nicotina che stanno spopolando tra i giovani. «Il primo danno che va conosciuto è quello cardiovascolare - spiega - un fenomeno che colpisce spesso in modo improvviso: infarto e ictus, due malattie legate anche al forte consumo di sigarette».

Accanto alle patologie cardiache, il tumore al polmone resta tra i più temibili, nonostante i progressi diagnostici e terapeutici. «Tutti noi abbiamo paura dei tumori, in questo caso in particolare specifico quello legato ai polmoni, definito uno dei “Big Killer”, perché colpisce con mortalità elevate; questo avviene perché la gente fuma tantissimo, e fumano molto più le donne rispetto a quanto avvenisse una volta».

I rischi associati

Tra i rischi associati al fumo, emerge anche il tumore alla vescica. L’età di insorgenza, soprattutto tra le donne, si sta abbassando in modo preoccupante. «Stiamo riscontrando di recente anche all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, un aumento dei tumori alla vescica, dove nelle donne si è anche abbassata l’età media: questo tipo di tumore è dovuto ai cataboliti, cioè le sostanze tossiche provenienti dal tabacco, che vengono eliminati dalle urine». A completare il quadro ci sono le patologie respiratorie croniche: bronchite cronica ostruttiva, crisi asmatiche, fibrosi polmonare. Il fumo, infatti, compromette un gran numero di organi e apparati. «In conclusione, si fa prima a dire dove “non va a finire il fumo” - spiega Roberto Boffi - perché infatti, crea danni a tantissimi organi del nostro corpo: polmoni, cuore, vescica ma non solo».

E con l’e-cig è anche peggio

Con l’arrivo sul mercato delle sigarette elettroniche, la situazione si è ulteriormente complicata. Inizialmente considerate una possibile alternativa per ridurre il danno, si sono rivelate strumenti di nuova dipendenza. «L’introduzione delle sigarette elettroniche sul mercato ha modificato la situazione, ma lo ha fatto in peggio: inizialmente ipotizzavamo potesse essere una soluzione parzialmente valida nelle persone meno motivate nello smettere, e invece stiamo vedendo sempre più persone dipendenti dalle sigarette elettroniche, dove a volte prevale l’uso duale, o addirittura triale, dove si fumano sia sigarette normali che quelle elettroniche o a tabacco riscaldato: studi recenti hanno dimostrato che questo aumenta, in modo davvero significativo, il rischio sia cardiovascolare sia legato ai tumori. Fumare e svapare, termine che usano spesso i giovani per definire il fumo prodotto da sigarette elettroniche, quadruplica i rischi».

Giovani a rischio

I giovani sono i più a rischio, in quanto al centro di strategie di marketing aggressive da parte delle multinazionali del tabacco. Il World No Tobacco Day promosso dall’OMS ha messo in evidenza queste pratiche che coinvolgono i ragazzi: «Con queste strategie - rivela il professor Boffi - stanno letteralmente creando una nuova generazione di dipendenti alla nicotina». I danni verso i più giovani che sono dipendenti dalla nicotina sono particolarmente subdoli e rischiosi:«Iniziare a utilizzare la nicotina nell’età giovanile tra i 13 e i 17 anni è particolarmente dannoso, perché si ha un organismo ancora delicato in quanto ancora in età di sviluppo e quindi rischiamo di perdere delle potenzialità che poi non si potranno più recuperare: i nostri polmoni, per esempio, non torneranno più a crescere a 25 o 30 anni se dovessimo smettere di fumare».

La sigaretta elettronica fa male

Molti ritengono che le sigarette elettroniche siano meno pericolose, ma secondo Boffi si tratta di un’illusione pericolosa: «Purtroppo la gente pensa che una cosa, se è profumata, non fa male: questo vale pure per le sigarette elettroniche, anche quelle usa e getta, che spesso sono aromatizzate con sapori di frutta esotica. Purtroppo c’è ancora tanta disinformazione in merito a questi oggetti: molti genitori lasciano utilizzare ai loro figli questi dispositivi, che ricordiamo in teoria sarebbero proibiti per i minor i, convinti che non portino conseguenze per la salute».

Il passaggio dallo svapo al fumo tradizionale è un fenomeno concreto, osservato durante la pandemia, che trasforma le e-cig in un pericoloso ponte d’accesso al tabagismo classico. «Soprattutto durante il periodo del Covid si è riscontrato come, tra i giovani, chi inizia a utilizzare questo tipo di dispositivi elettronici spesso farà, prima o poi, il salto passando alle sigarette normali, con gravi rischi per la salute: una vera e propria anticamera per l’utilizzo delle sigarette. Questi prodotti contengono “Sali di nicotina” che danno una dipendenza quattro volte maggiore».

Servono messaggi efficaci

Per invertire questa tendenza, secondo Boffi, servono messaggi di prevenzione mirati, capaci di parlare ai giovani con il loro linguaggio: «Strategie serie e mirate, in particolare attraverso messaggi pubblicitari destinati ai giovani che facciano trapelare un messaggio importante: fumare non è “cool” e anzi, se non fumi sei un “gallo”, usando il linguaggio dei giovani, perché se non fumi non ti uniformi alla massa». Tra le misure più efficaci proposte dal professore, l’aumento del prezzo dei prodotti da fumo e l’applicazione rigorosa delle normative contro il fumo passivo. «Ci sono Paesi come la Francia dove le sigarette costano il doppio rispetto all’Italia: è dimostrato che il costo elevato ha disincentivato, e non poco, l’uso di questi prodotti. Infine, altro punto fondamentale, è quello sui decreti contro il fumo passivo e il modo di farli anche rispettare: un esempio è quello di Milano dove è scattato il decreto antifumo in tutte le aree pubbliche».

«Conoscere per decidere»

Ai giovani che iniziano a fumare, il professor Boffi rivolge un messaggio semplice ma efficace: «Mi viene in mente uno slogan che abbiamo premiato durante un evento con dei ragazzi: “Conoscere per decidere”. Io penso che alla base, contro il fumo sia attivo sia passivo, il primo scudo sia la conoscenza: lanciare il messaggio forte e chiaro ai ragazzi che questo non è un gioco e che le sigarette elettroniche sono sigarette a tutti gli effetti, mettendoli anche a conoscenza delle strategie, subdole, messe in atto dalle multinazionali del tabacco per avvicinarli a questo mondo. Non fumare e magari aiutare i coetanei a smettere è anche un modo per dimostrare coraggio e intelligenza».

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