Le frontiere poco esplorate delle patologie cardiovascolari

IL CONVEGNO. Successo a Bergamo per la 6ª edizione di «Grey Zones»: due giorni di interventi scientifici.

Specialisti cardiologi tra i più esperti in Europa si sono dati appuntamento il 9 e 10 giugno al Centro Congressi Giovanni XXIII per partecipare alla sesta edizione di «Grey Zones», un appuntamento che è ormai diventato un «must» per chi si occupa di patologie cardiovascolari. Il convegno ha visto la direzione scientifica di Michele Senni, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare della ASST Papa Giovanni XXIII, supportato da un comitato scientifico composto di altri cinque cardiologi dell’ospedale cittadino: Emilia D’Elia, Paolo De Filippo, Mauro Gori, Attilio Iacovoni e Annamaria Iorio.

È stato un susseguirsi di nomi di alto profilo noti allo scenario cardiologico nazionale ed internazionale quello che si è presentato ai discenti del convegno, che quest’anno si è dedicato in particolare all’insufficienza cardiaca (o scompenso cardiaco). L’obiettivo: puntare la luce del dibattito scientifico su quei territori della pratica clinica ancora poco esplorati, o su cui non c’è unanimità di vedute: le «zone grigie», appunto.

La prima sessione si è dedicata alla insufficienza cardiaca avanzata e al trapianto di cuore, eccellenza della Cardiologia del Papa Giovanni XXIII. Amedeo Terzi, responsabile del programma trapiantologico, ha illustrato il ruolo fondamentale dei cardiochirurghi nella strategia terapeutica ottimale in caso di severa disfunzione del cuore. È intervenuto anche Fabrizio Oliva, Presidente nazionale dell’Associazione Cardiologi Ospedalieri, a spiegare le tempistiche ottimali per trasferire i pazienti con scompenso cardiaco avanzato dai centri periferici ai centri hub. La mattinata è proseguita con un intenso simposio di elettrofisiologia e un approfondimento sul ruolo di una nuova classe farmacologica, le glifozine, nel trattamento dello scompenso cardiaco. Proprio di questi rivoluzionari farmaci metabolici ha discusso Javed Butler, uno degli ospiti internazionali più prestigiosi (vedi box).

Il convegno non si è fermato neanche in pausa pranzo, durante la quale si è parlato del ruolo del microcircolo (i piccolissimi «ramini» che portano il sangue al cuore) nell’insufficienza cardiaca e delle possibili nuove frontiere terapeutiche.

Di farmaci innovativi si è discusso poi nel pomeriggio, con un’interessante sessione sui chelanti del potassio e sul Vericiguat, una molecola che ha dimostrato effetti sorprendenti nello scompenso cardiaco che ha presentato un peggioramento con conseguente ospedalizzazione e che sarà in commercio entro l’estate. Un altro illustre ospite internazionale, Burgket Pieske (vedi box), ha presentato le potenzialità di questo farmaco alla platea.

La seconda giornata è iniziata con un dibattito di estrema attualità sullo scompenso cardiaco a frazione di eiezione conservata, per proseguire con un focus sulle cardiomiopatie e concludersi con il magistrale simposio che ha visto confrontarsi grandi nomi, tra i quali il Direttore della Cardiochirurgia del Papa Giovanni XXIII Maurizio Merlo, in merito a una delle zone grigie più dibattute: la necessità o meno di rivascolarizzare chirurgicamente o mediante stent in alternativa alla sola terapia medica pazienti con malattia delle arterie coronariche in presenza di un cuore molto disfunzionante.

«Da oltre 35 anni il Dipartimento Cardiovascolare del Papa Giovanni XXIII opera secondo il modello organizzativo dell’“Heart team”, che prevede la discussione collegiale tra specialisti di varie discipline di ogni singolo caso complesso – ha dichiarato Michele Senni –. Questo ci permette di occuparci non solo di trapianti e di VAD (dispositivi di assistenza ventricolare), ma anche di cardiopatie congenite fin dall’età neonatale, e di tutte le patologie o le condizioni cardiovascolari acquisite nell’età adulta, fino al grande anziano. Ma è fondamentale non accontentarsi dei risultati raggiunti, e anzi spingere sempre un po’ più in là, attraverso i principi del metodo scientifico, i confini della nostra conoscenza».

Due relatori da Berlino e Stati Uniti

Sono oltre 160 gli specialisti medici intervenuti alla sesta edizione del convegno «Grey Zones», tra i quali due ospiti stranieri molto prestigiosi: il prof. Javed Butler e il prof. Burkert Pieske. Javed Butler è Presidente della Divisione Ricerca Cardiovascolare Patrick H.Lehan, Direttore del Dipartimento di Medicina e Professore di Medicina e Fisiologia presso l’Università del Mississippi. Fa parte di numerosi comitati scientifici americani ed è stato nominato più volte «Best Doctor in America». Burket Pieske è stato Professore di Cardiologia e Direttore del Dipartimento di Medicina Interna e Cardiovascolare del Charité University Hospital di Berlino. Responsabile del German Center for Cardiovascular Research Institute e del German Heart Institute, Pieske fa parte di numerosi comitati scientifici europei come l’European Society of Cardiology (ESC) e l’Heart Failure Association (HFA).

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