L’ictus è la terza causa di morte e la prima per l’invalidità

IL SUMMIT. In Italia, il 10-15% dei decessi si verifica successivamente ad uno «stroke».

Fare il punto sulle conoscenze attuali e guardare alle traiettorie future delle terapie e della ricerca, dedicando particolare attenzione agli aspetti solo sfiorati dalla letteratura scientifica. Con questi obiettivi, tra giovedì e sabato il Seminario Vescovile «Giovanni XXIII» ha ospitato il 22° Congresso nazionale della Siss, la Società italiana per lo studio dello stroke. L’appuntamento ha riunito medici ed esperti di tutto il Paese quotidianamente al lavoro su quella che è la principale causa di invalidità nella popolazione occidentale: l’ictus. «L’ictus rappresenta la terza causa di mortalità dopo la patologia cardiovascolare e la patologia oncologica – è il razionale scientifico tratteggiato da Luigi Alberto Andrea Lanterna, presidente del congresso e neurochirurgo del “Papa Giovanni” di Bergamo –. In Italia, il 10-15% dei decessi si verifica successivamente ad un ictus e circa la metà dei pazienti che hanno subito un ictus soffrono di grave disabilità e perdita dell’autonomia nella vita quotidiana. Con il costante incremento della vita media e conseguente invecchiamento della popolazione, l’ictus verrà a rappresentare un problema sempre più importante in futuro. Non bisogna però dimenticarsi che, sebbene più raramente, l’ictus colpisce anche l’età pediatrica. La maggior rarità dell’ictus pediatrico, assieme alle variegate cause che lo possono provocare, rende particolarmente difficile la gestione del paziente per mancanza di esperienze e dati scientifici».

Il summit a Bergamo

Durante la tre giorni di Bergamo – il congresso è stato patrocinato dal Comune di Bergamo, dall’Ordine dei medici di Bergamo, dall’Associazione Amici del Moyamoya e dall’Associazione italiana donne medico – gli specialisti di tutta Italia si sono confrontati sui punti di forza e di debolezza delle strategie attualmente in uso per la prevenzione e il trattamento dell’ictus, e una particolare attenzione è stata dedicata anche agli «underdog della stroke-culture»: «Sono gli argomenti che normalmente vengono solo sfiorati dalla letteratura, ma che nella pratica clinica e per le famiglie dei pazienti rappresentano problemi molto importanti», si legge del documento del congresso.

I diversi panel dell’evento hanno infatti dedicato particolare attenzione anche alle età estreme, come per i casi di stoke pediatrico o di stroke nel grande anziano, e sono stati affrontati anche i casi di ictus da cause più rare come la displasia fibromuscolare, le problematiche venose, il moyamoya e le steno-occlusioni del circolo vertebro-basilare. Il prossimo congresso nazionale della Società italiana per lo studio dello stroke si terrà a Taormina nell’ottobre del prossimo anno.

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