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Giovedì 16 Ottobre 2025
Lotta al cheratocono: diagnosi precoce e nuovi trattamenti
OCULISTICA. Il cheratocono è una malattia degenerativa della cornea che provoca un progressivo assottigliamento e deformazione della sua struttura, assumendo una forma conica.
Questa condizione altera la capacità dell’occhio di mettere a fuoco le immagini sulla retina, causando visione distorta, sfocata e, nei casi più gravi, una marcata riduzione dell’acuità visiva. Colpisce generalmente entrambi gli occhi e si manifesta tipicamente durante l’adolescenza o la prima età adulta, progredendo fino ai 35-40 anni, anche se in alcuni casi può continuare oltre.
I sintomi iniziali includono difficoltà a vedere da vicino e da lontano, percezione di immagini deformate o sfocate e forte sensibilità alla luce. Con il progredire della malattia, l’astigmatismo diventa irregolare e la visione può peggiorare significativamente, fino a richiedere un trapianto di cornea nei casi più avanzati. Le cause del cheratocono non sono ancora del tutto chiarite, ma sono implicati fattori genetici, ambientali e comportamentali. La malattia è più frequente in chi ha familiarità con la patologia e può essere associata a condizioni come l’atopia, la sindrome di Down e altre malattie del collagene. Lo strofinamento frequente degli occhi può accelerarne l’evoluzione. La diagnosi precoce è essenziale per prevenire danni permanenti.
I sintomi
La dottoressa Alice Caristia, specialista in Oculistica presso Humanitas Gavazzeni e Castelli, sottolinea che «un monitoraggio regolare, soprattutto nei giovani con familiarità per il
cheratocono, consente di intervenire tempestivamente e di preservare la qualità visiva». La diagnosi si avvale di strumenti avanzati come la tomografia corneale, la topografia corneale e la pachimetria, che permettono di individuare le prime alterazioni della cornea e di valutare l’evoluzione della malattia.
«Una visita oculistica regolare entro i 18 anni è fondamentale, e dopo questa età consigliamo controlli periodici in caso di variazioni della vista» spiega la Dott.ssa Caristia. Il trattamento varia in base allo stadio della malattia. Nelle fasi iniziali, l’uso di lenti a contatto rigide gas-permeabili o sclerali può compensare la deformazione corneale e migliorare la visione. Nei casi di progressione, il cross-linking corneale (CXL) rappresenta una soluzione efficace e minimamente invasiva: mediante riboflavina (vitamina B2) e luce ultravioletta si rinforzano le fibre collagene della cornea, rallentando o arrestando la malattia.
Le cure
«Il cheratocono può essere curato soprattutto nelle prime fasi con il cross-linking, quando è certa la progressione della patologia» continua la dottoressa Caristia. «Altri interventi includono l’impianto di anelli intrastromali e, nei casi più gravi, la cheratoplastica lamellare o perforante. Sebbene non esista una prevenzione definitiva, evitare di strofinarsi gli occhi, trattare le allergie oculari e sottoporsi a controlli periodici è fondamentale, soprattutto se vi è familiarità. La diagnosi precoce e il monitoraggio regolare consentono di intervenire rapidamente, preservando la vista e migliorando la qualità della vita».
Il cheratocono è quindi una patologia che, se diagnosticata e trattata tempestivamente, può essere gestita efficacemente, permettendo ai pazienti di mantenere una buona visione e una vita quotidiana di qualità.
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