Medicina dello sport, obiettivo: l’esercizio
fisico come farmaco

L’ANALISI. Da una recente indagine è emerso che Bergamo è una città in cui il 32,9% della popolazione pratica sport continuativamente (38mila cittadini), mentre il 10,5% lo fa in maniera saltuaria e il 30,2% in maniera occasionale.

Parliamo di numeri importanti che mettono la nostra città ai vertici della graduatoria nazionale. È però altrettanto importante praticare sport in modo corretto e sicuro, in modo da ridurre al minimo il rischio di infortuni, soprattutto se non si è degli atleti professionisti.

Diventa fondamentale , dunque, capire l’importanza e la centralità della figura del medico dello sport. Quale debba essere il suo ruolo lo abbiamo chiesto al dott. Carmine Poerio, medico specialista in Medicina dello Sport, attuale responsabile settore medico dell’Atalanta. «Ritengo che il ruolo del medico dello sport sia diventando sempre più importante nell’ambito della tutela della salute, perché sempre più persone si approcciano e fanno sport anche nelle età più avanzate. La medicina dello sport abbraccia diverse discipline, che vanno dalla cardiologia, all’ortopedia, la fisiatria, la riabilitazione, la nutrizione sportiva. In questo senso è fondamentale il coordinamento con le diverse figure specialistiche».

È fondamentale anche la prescrizione dell’esercizio fisico, perché fare esercizio fisico settimanalmente, consente di ridurre il rischio di patologie cardiovascolari, combatte l’ipertensione, combatte il diabete e il rischio di obesità»

Qual è l’aspetto fondamentale su cui punta la medicina dello sport? «La prevenzione. Proprio questo è il senso delle visite di idoneità sportiva agonistica e non agonistica, effettuate con elettrocardiogramma e test da sforzo. Sono visite eseguite su persone apparentemente sane, ma che ci consentono di identificare eventuali anomalie che possono sottendere una patologia che era misconosciuta e quindi in questo sicuramente c’è un ruolo preventivo. Allo stesso modo, è fondamentale anche la prescrizione dell’esercizio fisico, perché fare esercizio fisico settimanalmente, consente di ridurre il rischio di patologie cardiovascolari, combatte l’ipertensione, combatte il diabete e il rischio di obesità».

Ci anche altri aspetti? «C’è anche il ruolo magari più diagnostico e riabilitativo. Mi riferisco alla traumatologia dello sport, l’ortopedia, quando l’atleta infortunato va dal medico per conoscere la sua problematica muscolare, tendinea, articolare, ecc. In questi casi il medico sportivo, tramite una visita clinica e il ricorso a indagini strumentali può effettuare una diagnosi e impostare un protocollo riabilitativo».

Risulta quindi importantissima anche l’interazione e il coordinamento tra diversi specialisti, come conferma il dott. Maurizio Gelfi, medico dello sport che collabora con Habilita Sport Medicine, il centro medico di riabilitazione ortopedica e sportiva all’interno del Gewiss Stadium di Bergamo. «È punto cruciale nella medicina in genere e ancor di più nella medicina dello sport. Dopo una prima valutazione se si riscontrano problematiche o si sospettano patologie sottostanti indirizziamo l’atleta ad altre figure mediche come cardiologo, ortopedico, fisiatra, radiologo, eccetera eccetera».

Creare piani di allenamento

È altrettanto importante la creazione di piani di allenamento personalizzati che consentano a chi fa sport di farlo in sicurezza. «È la sfida del medico dello sport nei prossimi anni: personalizzare un piano di allenamento al tipo di sportivo, all’età e a eventuali patologie correlate; la cosiddetta “prescrizione dell’esercizio fisico” proprio come un farmaco».

© RIPRODUZIONE RISERVATA