
La salute / Bergamo Città
Venerdì 12 Settembre 2025
Muscoli e tendini «traumatizzati», l’ecografia fa chiarezza
Traumi, infiammazioni, dolori articolari? Un’indagine rapida e non invasiva può essere utile in ambito ortopedico, fisiatrico e sportivo.
Un trauma muscolare? Un’infiammazione al tendine che rende difficoltose le normai attività quotidiane? Un dolore articolare? In questi casi può essere utile sottoporsi a un’ecografia muscoloscheletrica, un’indagine rapida e non invasiva molto utile in ambito ortopedico, fisiatrico e sportivo per individuare lesioni, infiammazioni o alterazioni dell’apparato muscoloscheletrico. Conosciamo meglio questo esame con l’aiuto del dottor Paolo Carati, radiologo del Servizio di Diagnostica per Immagini del Policlinico San Marco e medico dello sport.
Di che indagine si tratta?
«L’ecografia muscolo tendinea è una metodica di imaging avanzata che permette di valutare con grande precisione, attraverso l’utilizzo di sonde che emettono ultrasuoni a frequenza variabile, le condizioni di muscoli, tendini (giunzione tra muscolo e osso), legamenti, articolazioni e nervi. Rappresenta uno strumento fondamentale per una diagnosi precisa e per monitorare l’evoluzione di molte patologie dell’apparato muscoloscheletrico, sia da sovraccarico sia di origine traumatica, guidando lo specialista nella scelta del trattamento più adeguato a seconda della singola situazione».
Per cosa può essere utile?
«L’ecografia muscolo tendinea trova ampio impiego nella valutazione di lesioni muscolari (strappi, contusioni), tendiniti e tenosinoviti (al gomito, ginocchio, piede, mano, spalla, polso, caviglia, tendine di Achille), rotture tendinee parziali o complete, borsiti e infiammazioni articolari, versamenti articolari o raccolte liquide, patologie infiammatorie come l’artrite e come controllo post-traumatico o post-operatorio».
Come si svolge l’esame?
«L’esame viene effettuato da un medico specialista (che deve possedere una specifica competenza) mediante una sonda ecografica appoggiata sulla pelle, dopo l’applicazione di un gel trasparente che favorisce la trasmissione degli ultrasuoni. Il paziente può essere seduto o sdraiato, a seconda della zona da esaminare. L’indagine prevede l’esecuzione di alcune scansioni ecografiche standard, sia statiche che dinamiche (durante la valutazione sono spesso richiesti alcuni movimenti attivi della persona, compatibilmente con le sue condizioni cliniche)».
Quanto dura? Serve una ricetta?
«Circa 10-15 minuti, durante i quali il paziente viene posizionato sul lettino. In corrispondenza della zona del corpo dove si accusa il dolore, viene applicata sulla pelle una sostanza gelatinosa che serve a migliorare il contatto con la sonda che invia gli ultrasuoni. Non è richiesta alcuna preparazione».
È doloroso, ha effetti collaterali?
«Si tratta di un esame praticamente indolore e ben tollerato. È considerato inoltre privo di rischi e controindicazioni poiché vengono utilizzati esclusivamente ultrasuoni: in particolare non prevede l’utilizzo di mezzo di contrasto né radiazioni ionizzanti e questo lo rende sicuro, ripetibile e adatto a tutte le età».
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