Pavimento pelvico in crisi? La «Pops»
può aiutare

CHIRURGIA. Quando i muscoli finiscono con il «rilassarsi» troppo, occorre intervenire per evitare guai più seri.

Una tecnica mini-invasiva che permette di risolvere contemporaneamente il prolasso di vescica, utero e retto. Si chiama Pops (Pelvic Organs Prolapse Suspension), si esegue in laparoscopia o in chirurgia robotica e consente di correggere il prolasso degli organi pelvici conservando però l’utero che invece con le tecniche tradizionali viene generalmente asportato. Ne parliamo con il dottor Sergio Agradi, responsabile dell’Unità di Proctologia e Pelviperineologia del Policlinico San Pietro.

Dottor Agradi, quanto è diffuso il problema del prolasso degli organi pelvici, ovvero vescica, utero e retto?

«È uno dei disturbi più frequenti che delle donne, soprattutto ma non solo con il passare dell’età. Gli organi pelvici sono sostenuti e mantenuti nella loro posizione fisiologica grazie a una struttura formata da un sistema di muscoli, legamenti e tessuti, simili a un’amaca. Se i muscoli si indeboliscono, i legamenti o i tessuti si allentano oppure se i nervi o altri tessuti vengono danneggiati, non riescono più a sostenere gli organi interni pelvici che quindi scendono e possono protrudere dalla vagina (prolasso)».

Si chiama Pops (Pelvic Organs Prolapse Suspension), si esegue in laparoscopia o in chirurgia robotica e consente di correggere il prolasso degli organi pelvici conservando però l’utero che invece con le tecniche tradizionali viene generalmente asportato

Con che sintomi può manifestarsi?

«Le donne possono avvertire una sensazione di pesantezza, pienezza o pressione o avere problemi di minzione o di evacuazione».

Quali sono le cause, oltre all’età?

«Fattori di rischio per l’insorgenza del problema sono: precedenti gravidanze con parto vaginale, obesità, pressione intraddominale aumentata (ad esempio a causa di stipsi, sollevamento di oggetti pesanti o patologie respiratorie croniche)».

È possibile risolvere il problema?

«Il programma terapeutico deve essere personalizzato in base all’entità del prolasso e dei disturbi che comporta. Nei casi di prolasso lieve, ad esempio, possono essere utili esercizi per rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico (vedi box), fondamentale nel supporto dei visceri pelvici. Nei casi più gravi, invece, la terapia più efficace e risolutiva è l’intervento chirurgico che oggi può essere effettuato con una tecnica mini-invasiva chiamata Posp (Pelvic Organs Prolapse Suspension)».

Come si svolge questo intervento?

«L’intervento con tecnica Pops si esegue in laparoscopia o in chirurgia robotica con tre piccole incisioni di un centimetro e consiste nel posizionare, sotto la membrana peritoneale, una benderella di materiale biocompatibile, chiamata mesh che, fissata alla vagina e ai muscoli laterali dell’addome, sostituisce o rinforza le strutture indebolite o rotte. L’utero quindi viene riportato nella sua sede anatomica e, di conseguenza, vengono riposizionati anche la vescica e il retto. In questo modo viene ripristinata la normale anatomia pelvica e le funzioni degli organi. In alcuni casi, per correggere l’eventuale prolasso rettale residuo, si può associare o effettuare in un secondo tempo una STARR, tecnica mininvasiva che prevede la resezione del prolasso rettale attraverso il canale anale per mezzo di uno speciale strumento chirurgico che permette di evitare di effettuare tagli chirurgici».

Quali sono i vantaggi della tecnica?

«Oltre alla mini-invasività e quindi a tempi di recupero e ripresa post intervento più brevi, minore stress chirurgico e dolore, un grande vantaggio della tecnica Pops è la conservazione dell’utero. L’utero, se sano ovviamente, non viene asportato ma riportato nella sua posizione fisiologica. Questo è molto importante sia nelle donne giovani in età fertile sia nelle donne in menopausa. L’utero infatti è l’organo più importante nel garantire la corretta statica pelvica: evita che la vescica si distenda eccessivamente, causando problemi di svuotamento incompleto o incontrollato. Inoltre impedisce al retto di essere “schiacciato”, limitando così problemi di stitichezza e “gonfiore” addominale che ne potrebbero derivare. Conservare questo organo è importante anche dal punto di vista psicologico affinchè la donna non si senta mutilata nella sua femminilità».

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