
La salute / Bergamo Città
Domenica 28 Settembre 2025
Smalti semipermanenti, attenzione alle sostanze dannose
DERMATOLOGIA. Negli ultimi anni gli smalti semipermanenti hanno conquistato il mercato cosmetico, grazie alla loro durata e alla resistenza impeccabile.
Tuttavia l’Unione Europea ha vietato l’uso di alcune sostanze chimiche contenute al loro interno. Approfondiamo il tema con il dottor Maurizio Nudo, responsabile del Servizio di Dermatologia di Humanitas Castelli.
Cosa ci può dire di questi smalti?
«Negli smalti semipermanenti sono state individuate alcune sostanze chimiche, come il Tpo e la Dmta, che l’Ue ha vietato perché potenzialmente dannose. È lo stesso meccanismo che ha portato, qualche anno fa, a limitare alcuni pigmenti per tatuaggi».
Come agiscono?
«Il Tpo e il Dmts sono fotoiniziatori, hanno cioè la funzione di far indurire e fissare lo smalto quando la mano viene messa sotto la lampada a raggi ultravioletti. Ma il problema è proprio questo: l’esposizione ai raggi Uva provoca una trasformazione di queste sostanze, tale da farle divenire potenzialmente dannose per i cheratinociti».
Quindi il rischio non riguarda solo l’utilizzo della sostanza in sé, ma anche la sua esposizione alla lampada Uva?
«Esatto. Da un lato Tpo e Dmta possono danneggiare il DNA delle cellule. Dall’altro, non ci dimentichiamo che i raggi Uva sono già di per sé nocivi per la pelle. Il rischio è quindi duplice».
L’unghia non dovrebbe rappresentare una barriera protettiva?
«Non è così: l’unghia è fatta di cheratina ed è un annesso cutaneo, esattamente come i capelli. Non è quindi impermeabile. Le sostanze applicate possono penetrare e, se sottoposte a irradiazione, diventare, come abbiamo detto, dannose».
Quali sono le persone più a rischio?
«Di sicuro le clienti che ricorrono allo smalto semipermanente con grande frequenza – ad esempio ogni 2-3 settimane ormai da anni – e poi in particolare le professioniste del settore, le onicotecniche, che maneggiano quotidianamente questi prodotti e sono esposte anche ai vapori dei monomeri acrilici. Oltre al rischio a lungo termine di cui abbiamo parlato, possono sviluppare dermatiti allergiche».
Questi smalti sono ancora reperibili in commercio?
«No, il Tpo e le sostanze simili sono già state ritirate dal mercato in seguito all’entrata in vigore del Regolamento europeo Reach (Registration, Evaluation, Authorization and Restriction of Chemicals). Non ci si deve però preoccupare, esistono già valide alternative sicure, che non contengono questi ingredienti».
Quindi non è il caso di farci prendere dal panico.
«Esatto. È importante che alle persone giunga la corretta informazione: non tutti gli smalti sono pericolosi, solo quelli che contengono le sostanze vietate. Chi ha vecchi prodotti in casa deve controllare l’etichetta: se sono presenti il Tpo o il Dmta è meglio evitare di utilizzarli».
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