
(Foto di Jorge A. Vega Barrera su Unsplash)
CARDIOLOGIA. Il caldo e l’afa possono trasformare un momento di svago in un potenziale rischio per la salute.
In estate cresce la voglia di muoversi all’aria aperta. Ma caldo e afa possono trasformare il momento di benessere in un potenziale rischio per cuore e pressione. Ne abbiamo parlato con due esperti di Humanitas Gavazzeni: Erika Bertella, specialista in Imaging Cardiovascolare, e Alessio Cappelleri, cardiologo.
«Fare sport è importante. Migliora la circolazione, tiene sotto controllo la pressione e contribuisce a ridurre il rischio di patologie cardiovascolari. Ma il caldo impone qualche precauzione in più. È fondamentale allenarsi nelle ore più fresche, preferibilmente al mattino presto, per evitare lo stress termico. Le alte temperature provocano vasodilatazione, e dunque un abbassamento della pressione. Per chi soffre già di ipotensione o problemi cardiaci, il rischio è maggiore. Nei soggetti sani si possono manifestare sintomi transitori come debolezza, vertigini o senso di svenimento. Ma per chi ha patologie, anche lievi, è bene valutare con il medico l’idoneità all’attività fisica estiva».
«Un elettrocardiogramma di base è il primo passo per valutare la salute del cuore e per rilevare eventuali anomalie del ritmo cardiaco. In presenza di fattori di rischio cardiovascolare, come ipertensione, diabete, colesterolo alto o familiarità per patologie cardiache, è consigliabile eseguire anche un ecocardiogramma. Il test da sforzo, invece, permette di valutare la risposta dell’apparato cardiovascolare durante l’attività fisica simulata. È particolarmente indicato per chi non si allena da tempo o ha avuto sintomi come affanno, palpitazioni o dolori toracici anche lievi. In tutti i casi il consiglio rimane quello di consultare preventivamente il proprio cardiologo di fiducia. La prevenzione parte dalla conoscenza del proprio cuore: fare sport, sì, ma sempre in sicurezza».
«In estate il corpo tende a disperdere calore aumentando la sudorazione e dilatando i vasi. Questo riduce la pressione arteriosa. Se la discesa è eccessiva, si rischiano capogiri, svenimenti, e nei casi più gravi, collassi. Affanno anomalo, tachicardia, dolori al petto, stanchezza eccessiva non sono solo effetti del caldo: possono nascondere condizioni più serie. Non bisogna minimizzare».
«È fondamentale interrompere immediatamente l’attività fisica. Se si avvertono capogiri, vista annebbiata o senso di svenimento, ci si deve sdraiare subito, sollevando le gambe rispetto al corpo per favorire il ritorno venoso e la ripresa della pressione arteriosa. Reintegrare i liquidi è altrettanto importante: acqua a piccoli sorsi, eventualmente arricchita con un pizzico di sale o con soluzioni saline reperibili in farmacia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di bere almeno 2 litri d’acqua al giorno in estate, quantità che aumenta in caso di attività fisica. Se i sintomi persistono oltre i 10-15 minuti o se si ripresentano frequentemente, è necessario rivolgersi al medico. In particolare, chi assume farmaci antipertensivi – come ACE inibitori, diuretici o beta-bloccanti – dovrebbe valutare con il proprio cardiologo l’opportunità di un aggiustamento del dosaggio durante la stagione calda. Il caldo può potenziare l’effetto di questi medicinali, rendendo più frequente l’ipotensione».
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