Tumore del pancreas, il nuovo modello risulta efficace

I RISULTATI. All’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo funziona l’approccio oncologico adottato, tra i più avanzati.

Il tumore del pancreas è tra le neoplasie più insidiose e letali. In Italia colpisce oltre 14mila persone ogni anno e nella provincia di Bergamo si stima possano essere alcune centinaia i nuovi casi, con una prevalenza in crescita legata anche all’invecchiamento della popolazione. La sua diagnosi è spesso tardiva e le possibilità di cura dipendono in larga misura dalla tempestività dell’intervento e dalla qualità del percorso terapeutico. Per affrontare in modo strutturato questa sfida clinica, l’Asst Papa Giovanni XXIII ha attivato una Pancreas Unit, un centro multidisciplinare riconosciuto da Regione Lombardia come hub di riferimento per la diagnosi e cura dei tumori del pancreas. A un anno dall’avvio del nuovo modello organizzativo, i primi risultati confermano l’efficacia di un approccio che adotta il più avanzato modello di approccio oncologico multidisciplinare.

L’attività svolta

Nei primi dodici mesi di attività sono stati presi in carico 75 pazienti, secondo un percorso clinico-assistenziale innovativo che, per molti di loro, ha rappresentato una concreta opportunità di cura. Di questi, il 55% è stato sottoposto a intervento chirurgico di resezione pancreatica, compresi sei casi con tecnica mininvasiva robotica. Un risultato rilevante, considerando la complessità degli interventi e la delicatezza delle condizioni cliniche di questi pazienti. In sei casi (8%) è stato possibile adottare un approccio terapeutico moderno, con chemioterapia preoperatoria, riservata a casi selezionati.

I pazienti arrivano alla Pancreas Unit per vari canali: tramite il medico curante, dopo una visita ambulatoriale, o inviati dai cosiddetti centri ‘spoke’, cioè gli altri ospedali del territorio. Alcuni accedono direttamente dal pronto soccorso. In ogni caso, una figura chiave accompagna l’intero percorso con l’obiettivo di facilitare il percorso diagnostico e terapeutico al paziente: è il case manager, un infermiere appositamente formato che, in stretto collegamento con il medico referente, si occupa del coordinamento clinico-organizzativo, facilitando l’accesso agli esami e alle visite e garantendo continuità assistenziale.

Dopo la prima valutazione clinica e diagnostica, ogni singolo caso viene discusso in una riunione multidisciplinare da chirurghi, oncologi, gastroenterologi, radioterapisti e radiologi. L’obiettivo è di condividere e stabilire il miglior trattamento possibile per ciascun paziente. Percorsi rapidi per le indagini endoscopiche e radiologiche, accesso prioritario alle visite specialistiche, trattamenti chirurgici e farmacologici personalizzati e programmi di follow-up attentamente pianificati, facilitati anche in questo caso da un case-manager dedicato, sono gli elementi distintivi della Pancreas Unit. Questo modello consente non solo di aumentare la qualità delle cure, ma anche di evitare ai pazienti e alle loro famiglie il peso delle incombenze procedurali e organizzative, che spesso rappresentano un ulteriore ostacolo in un momento già difficile.

Obiettivo: offrire, anche a livello provinciale, un’assistenza oncologica moderna, strutturata ed efficace ai pazienti colpiti da un tumore del pancreas

Il tumore al pancreas

Quella del pancreas è una forma tumorale caratterizzata da una progressione rapida e da una prognosi per lo più sfavorevole. In ogni caso, le possibilità di sopravvivenza aumentano sensibilmente solo se la diagnosi è precoce e se il trattamento viene attuato in tempi rapidi e con strategie terapeutiche mirate. Ecco perché la centralizzazione delle cure in centri ad alto volume e con équipe multidisciplinari dedicate è una delle strategie riconosciute a livello internazionale per migliorare gli esiti clinici.

Il primo anno della Pancreas Unit di Bergamo sembra confermare questa direzione con la presa in carico di un numero di pazienti maggiore rispetto agli anni precedenti. I pazienti hanno ricevuto diagnosi rapide, terapie all’avanguardia e una presa in carico globale, che prosegue anche dopo la dimissione, con assistenza domiciliare e follow-up costanti. In attesa di dati più maturi sull’impatto in termini di sopravvivenza, i numeri raccolti confermano che l’obiettivo iniziale è stato raggiunto: offrire, anche a livello provinciale, un’assistenza oncologica moderna, strutturata ed efficace ai pazienti colpiti da un tumore del pancreas.

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