Abitare l’abito, nasce «E RT» all’insegna della sostenibilità

LA STORIA. Pezzi unici, realizzati nel rispetto di chi li produce: gli animali, le risorse della natura e il lavoro artigiano. Forme essenziali e materie prime preziose per un brand che vuole tenere viva la «cultura dell’abitare l’abito».

Giulia Terzi, di Seriate, ha 34 anni ed è una donna concreta: molta esperienza sulle spalle in maison di rilievo e un bisogno di camminare da sola che fa onore, proprio come il suo progetto. «”E RT” è un richiamo alle origini, un invito all’autenticità, al ritorno a una vita vissuta secondo i valori della sobrietà, del rispetto e della responsabilità verso se stessi, verso il prossimo e verso le perfette soluzioni che la natura offre ai bisogni quotidiani dell’essere umano» spiega ed è subito spiegato anche il nome, un «tre» scritto al contrario che richiama il cognome Terzi e un rimando a «earth», terra in lingua inglese.

«”E RT” è un progetto che esplora il ruolo della moda e del design nella società - spiega Giulia -. La scelta di utilizzare fibre naturali al 100% è una presa di posizione sulla durabilità e sulla riciclabilità. Da qui seleziono fornitori e partner in base all’impegno sociale e ambientale».

Giulia disegna tessuti e dedica tempo e attenzione al filato da cui parte per arrivare alla costruzione di un abito da indossare nella quotidianità, «e per la vita: gli abiti - spiega - sono tali sono una volta che vengono indossati da qualcuno. Vorrei che il mio sia un progetto di design sociale, un laboratorio diffuso, dove chi indossa un abito, proprio come chi lo progetta, lo ricrea ogni volta, dandogli nuova vita in un infinito gioco di possibilità, tutte da esplorare».

Ora la collezione inizierà a girare per l’Italia e l’Europa: «Mi occuperò anche di questo “pezzo di lavoro”: nei progetti e nella visione del brand il mercato ideale è quello del Nord Europa, così come l’Est asiatico, Giappone e Corea in primis».

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