Il mulino di Covo compie 512 anni e arriva un regalo: la sua ruota riprende a girare

Nel centro del paese. È tornata a funzionare la ruota del vecchio mulino che si trova a due passi dal monumento ai Caduti e in una zona – quella di Porta Mattina – dove sono stati eseguiti interventi di riqualificazione urbana e di modifiche viabilistiche.

È stato un gruppo di volontari guidati da Stefangelo Gamba a pulire, sistemare e oliare gli ingranaggi che consentono alla ruota di potersi muovere. Un’operazione che ha raccolto il plauso di diversi compaesani e il ringraziamento pubblico via social del sindaco Andrea Capeletti. Il mulino di Covo è uno dei simboli di questo paese e uno degli ultimi rimasti nella Bassa. Stando alle note storiche, proprio il 16 agosto questo mulino compirà 512 anni di vita essendo una costruzione del 1411, di proprietà della famiglia Valle che aveva comprato dal Comune una gran parte degli spalti del castello di cui oggi resta una torre, sede della biblioteca.

La ruota era alimentata dalla roggia Serioletta che pescava l’acqua dal Fosso Bergamasco, confine di Stato tra la Repubblica di Venezia e il Ducato di Milano. Già nei secoli passati si era posto il problema della scarsità d’acqua, al punto che nei primi anni del 900 il mugnaio (e organista) Marco Colpani di Fara Olivana aveva pensato di dotare la ruota di un motore, in modo di poterla fare funzionare. Il mulino ha cessato la sua attività verso il 1970. Nell’edificio che lo ospita si trova ora la «Casa del contadino» , una mostra permanente di attrezzi agricoli antichi raccolti con passione da Antonio Russi, visitabile il mercoledì e il sabato dalle 9 alle 12 e su prenotazione al numero 338.5972351.

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