Negozio di scarpe da 67 anni a Romano
Il titolare: «Cerco qualcuno che continui»

Via Tadini, Alessandro Cenati vuole andare in pensione, ma vorrebbe lasciare il suo negozio di calzature a qualcuno che possa continuarne la storia.

«Cercasi qualcuno che a Romano voglia continuare l’attività del negozio di calzature di Alessandro Cenati». Che vuole andare in pensione, ma vorrebbe lasciare il suo negozio di calzature a una persona che voglia continuarne la storia. Il negozio ha 67 anni ed è una delle botteghe storiche del commercio a Romano. Venne aperto in via Tadini nel cuore del centro storico, nel 1953 dal padre di Alessandro, Giovanni Cenati.

«Io ho 62 anni e ho cominciato a lavorarvi a 15 anni quando sono entrato come coadiuvante di mio papà - racconta -. Per diventare nel 1993 titolare del negozio. In tutto sono 47 anni in mezzo a scarpe, borse, cinture. Dopo tutti questi anni di lavoro ho voglia di godermi la pensione». Ma Alessandro Cenati non vuole lasciare la clientela che ha servito in tutti questi anni senza il punto di riferimento del suo negozio. Per questo ha scritto un annuncio su facebook: «Mi piacerebbe però trovare qualcuno a cui (nel 2022) lasciare la mia attività per non abbandonare i miei tanti e affezionati clienti. Se qualcuno fosse interessato può contattarmi o passare in negozio». L’annuncio è comparso da un paio di giorni e già qualcuno si è fatto vivo. Un avviso dato in anticipo perché se dovrà esserci un successore dovrà prima di tutto avere la massima attenzione alla clientela. Dice Cenati: «Stare in negozio è molto impegnativo. Ci lavoro solo io . Sono cambiate tante modalità, per esempio negli approvvigionamenti, ci sono le fiere di settore da seguire. La mia clientela affezionata è costituita soprattutto da persone adulte e anziani che da anni trovano da me la risposta alle loro specifiche esigenze». A Romano sono rimasti attivi tre negozi di calzature, ma in diversi paesi vicini, non ci sono più negozi di scarpe.

«È uno dei segnali di come è cambiato il commercio anche a Romano. Non voglio che andando in pensione io ci sia un altro negozio che chiude in città dopo i tanti che sono stati chiusi». Cenati ricorda di come via Tadini era via commerciale, con una serie di negozi, uno dietro l’altro sotto i portici. Attività che hanno chiuso o sono diventate altro. «Sono disposto ad accompagnare chi dovesse subentrare nell’attività - conclude –. Vorrei che rimanesse un punto di riferimento per la clientela guardando al futuro, ma senza stravolgere».

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