«Siamo stati i primi ad aprire e saremo
i primi a chiudere, si conclude un ciclo»

I 75 volontari del Palaspirà, che fu il primo hub a partire nella Bergamasca lo scorso 16 febbraio. Stop alle vaccinazioni a Spirano dal 14 agosto. A venerdì 91.040 somministrazioni. «Siamo diventati come una famiglia».

Quello di Spirano è stato il primo hub vaccinale a essere attivato, il 16 febbraio, nella nostra provincia e sarà anche il primo a chiudere i battenti tra i quattro gestiti dall’Asst Bergamo Ovest.

Ultime vaccinazioni il 14 agosto, dopo un’operatività durata 173 giorni, con sole sette giornate di chiusura (due ancora da effettuare) e il coinvolgimento a rotazione di medici, infermieri, amministrativi, informatici, addetti all’igienizzazione e tanti volontari, appartenenti a vari gruppi di protezione civile, degli alpini e di un club di appassionati radioamatori spiranesi.

La struttura polivalente del PalaSpirà si è rivelata più che mai funzionale, consentendo l’allestimento interno di undici postazioni, alle quali vanno aggiunti i tre box utilizzati come ufficio, punto di pronto soccorso e preparazione dosi.

A decretare l’idoneità dell’edifico in vista della campagna vaccinale era stato Guido Bertolaso, coordinatore del piano vaccinale lombardo, che fece visita al PalaSpirà il 13 febbraio, pochi giorni prima dell’apertura, constatando di persona quanto fosse appropriata la scelta. A venerdì sera (16 luglio), in base ai dati forniti dall’Asst Bergamo Ovest, risulta che le vaccinazioni somministrate dal 16 febbraio, quindi in 151 giorni di attività, sono state complessivamente 91.040. Fino alla metà di marzo l’apertura veniva garantita dalle 8 alle 17, in seguito dalle 8 alle 20, ininterrottamente e sette giorni su sette, Pasqua e Pasquetta comprese.

Dietro questa corposa operazione vaccinale c’è un’organizzazione puntigliosa ed efficace: coinvolge mediamente al giorno, e nei due turni di operatività, 16 medici e 18 infermieri, così come una ventina di volontari, impegnati nella preparazione della struttura polivalente, quindi nell’accogliere e indirizzare le persone verso i box, per la vaccinazione. Una squadra che nel tempo si è ben affiatata e comunque da subito ha gestito al meglio le operazioni vaccinali, che solo in due giorni hanno registrato alcune criticità, comunque risolte. Il primo impatto dell’utenza con l’hub vaccinale è gestito dal corpo dei volontari, 75 in tutto. Appartengono alla Protezione civile di Spirano, dei Volontari dell’Adda e dell’Ana di Verdellino, inoltre ai gruppi alpini di Spirano, Levate, Urgnano, Arcene e Martinengo, infine al Club Cb Alfa Bravo di Spirano. Sono loro che indicano le zone dove sostare le auto, fanno poi accomodare l’utenza nell’apposita zona pre vaccinazione e sono a disposizione per ogni eventualità. Un bel biglietto da visita, anche rassicurante per chi arriva al centro vaccinale. In prima linea, fin dal giorno di apertura, è Pietro Riva, da 12 anni capogruppo degli Alpini di Spirano: «Per gestire al meglio l’afflusso degli utenti al centro vaccinale siamo riusciti a coinvolgere numerosi volontari degli alpini, non solo di Spirano, che hanno subito riposto all’invito, con quella disponibilità all’aiuto che contraddistingue il nostro agire. Siamo felici, soddisfatti ed enormemente gratificati anche dai gesti generosi di chi è venuto a farsi vaccinare. Da loro – ha fatto sapere Riva – abbiamo ricevuto doni in generi alimentari e non solo. Una bella dimostrazione di vicinanza e riconoscenza al nostro operato, che era più che mai necessario in questa campagna di vaccinazione».

Anche Yuri Nozari, coordinatore della Protezione civile di Spirano, è stato tra gli attori principali delle operazioni di accoglienza dell’utenza: «È stata un’esperienza unica anche per noi – ha commentato –, iniziata con la vaccinazione dei più anziani e ora proseguita con i giovani. Devo ammettere che il giorno della chiusura forse tutto questo scenario ci mancherà, conforta però che lo stop sia sinonimo di miglioramento della situazione. Abbiamo lavorato in sinergia, cercando di ottimizzare al meglio la nostra presenza, creando una squadra molto affiatata». Yuri Nozari racconta con un sorriso come diversi giovani, maschi, abbiano affrontato la vaccinazione con un po’ più di timore degli anziani e degli altri utenti: «Sorrido a ricordare la paura espressa da diversi giovani in salute, tatuati, palestrati, che hanno manifestato agitazione e malessere in vista dell’iniezione. Alcuni li abbiamo soccorsi ancor prima di essere vaccinati».

Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco di Spirano, Yuri Grasselli: «Quando ci è stato chiesto di individuare una struttura per le vaccinazioni, come amministrazione non abbiamo esitato a concedere il PalaSpirà. Questa pandemia è una guerra e quindi tutti dobbiamo combatterla utilizzando le armi che abbiamo – sostiene Grasselli –, ecco perché abbiamo dato in concessione gratuita la nostra struttura che il 15 agosto non sarà più attiva, ma che comunque manterremo precauzionalmente allestita. Il gruppo che qui ha operato è diventato una famiglia, i cui componenti hanno lavorato ottimamente». Ieri a sintetizzare l’ottima organizzazione del PalaSpirà è stato un 54enne di Morengo: «Qui ho portato prima mia madre di 85 anni, po ho fatto io la vaccinazione e ora accompagno mio figlio. Sono stati tutti bravi nel consentirci questa operazione, con efficienza e disponibilità, mostrandoci rasserenante vicinanza».

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