Tarlo asiatico, Ghisalba vince il primo round

AMBIENTE. Nessuna traccia del parassita nelle zone più colpite: qui nel 2021 un centinaio di piante furono abbattute. Più di tremila quelle controllate da Ersaf. L’ispettore: «La prospettiva è di eradicare il focolaio nei prossimi anni».

Più di tremila piante passate al setaccio ma del tarlo asiatico, a Ghisalba, non c’è più nemmeno l’ombra. Si sono concluse nel mese di marzo le attività di monitoraggio che i tecnici di Ersaf (l’Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste), su incarico del Servizio Fitosanitario Regionale, hanno condotto sulle piante del territorio con lo scopo di stanare la presenza di eventuali focolai del parassita responsabile, nel 2021, dell’abbattimento di centinaia di arbusti (pubblici e privati).

In centro nessuna infestazione

La prima tranche delle indagini ha preso in considerazione la zona più colpita del paese, ossia quella centrale, per poi estendersi, più avanti, nelle zone periferiche. «I controlli nelle aree più calde – spiega Alessandro Bianchi, ispettore fitosanitario – sono stati effettuati senza rinvenire nuove piante infestate. Il Servizio Fitosanitario procederà nei prossimi mesi con le ispezioni nelle aree più esterne dell’area delimitata e posizionerà delle trappole durante la stagione di volo dell’insetto».

Nonostante ad oggi i risultati dei controlli condotti sulle 3.354 piante non abbiano fatto emergere alcuna pianta infetta, è tuttavia sconsigliato cantare vittoria in quanto l’eradicazione dell’Anoplophora glabripennis è da considerarsi riuscita solo nel caso in cui, durante le indagini che per legge verranno effettuate nei quattro anni successivi, non venga rilevata la presenza dell’insetto.

Nel 2023 un arbusto infetto

L’anno scorso i tecnici di Ersaf hanno riscontrato, a fronte di 6.473 piante monitorate, solo un arbusto infetto. Sei, invece, nel 2022 mentre nel 2021, anno in cui si è verificata l’infestazione, le piante che sono state intaccate dal parassita sono state in tutto 69. Per Ghisalba, dunque, quello in corso potrebbe essere il primo anno in cui le segnalazioni riferite alla presenza del tarlo asiatico sono pari a zero: il che fa del Comune il primo in Bergamasca dove la battaglia al parassita sta avendo il risultato sperato.

Attualmente nella nostra provincia sono diversi i focolai in corso nelle zone di Trescore Balneario (dove la lotta al parassita prosegue dal 2017), Grumello del Monte, Curno, Treviolo e Bergamo dove, ancora, l’insetto coleottero tiene in scacco il verde pubblico e privato.

Leggi di più su L'Eco di Bergamo del 10 aprile

© RIPRODUZIONE RISERVATA