«Ti regalo le arance», ma vogliono soldi
Allerta truffe nella Bassa Bergamasca

Millantano un’amicizia e «donano» frutta, poi chiedono il pagamento. Un tentativo sventato a Romano.

Conquistano la fiducia delle ignare vittime millantando un vecchio legame di amicizia in nome del quale, poi, donano loro delle casse di frutta o verdura. Dopodiché, non senza una certa insistenza, e sfruttando il fattore «fretta», pretendono il pagamento della merce «regalata» prontamente depositata, in men che non si dica, nelle vetture dei malcapitati. Tutto nel giro di pochi secondi. È la cosiddetta «truffa della frutta» andata in scena nei giorni scorsi a Romano. Si tratta, fortunatamente, solo di un tentativo dall’esito decisamente poco «fruttuoso» per i truffatori in quanto la vittima designata si è defilata senza cadere nel tranello.

A incappare in questo tentativo di raggiro è stato un cittadino romanese di cinquant’anni che, in quel momento, si trovava a bordo della sua auto in via Duca d’Aosta, in zona Cappuccini. Erano circa le 8,30 di lunedì mattina quando l’uomo è stato avvicinato da due ragazzi mai visti prima a bordo di un furgoncino bianco. «Ciao, ti ricordi di me?», chiede dal finestrino il passeggero sfoggiando un marcato accento del Sud.

«Sono il figlio di Antonio Russo, il muratore – aggiunge –. Ho aperto un negozio di frutta». «Quel nome – spiega l’uomo vittima del tentato raggiro – non mi diceva nulla nonostante conosca molte persone, e anche molti muratori, per via del mio lavoro. In quel momento, però, ero di fretta per via di un appuntamento a Seriate alle 9. Quindi ho chiesto mi venisse lasciato un biglietto da visita». In quel momento il ragazzo, dicendo di essere sprovvisto dei biglietti da visita, scende dal furgone e si dirige verso il retro del mezzo. Poi, si rivolge all’uomo: «Ti regalo due arance». Con la coda dell’occhio - prosegue il cinquantenne - ho visto che in mano non aveva solo due arance, ma due casse piene. E mentre si avvicinava per caricarle sulla mia auto l’ho salutato lasciandolo in mezzo alla strada». L’ipotesi di un tentativo di truffa si è materializzata come un flash solo poco tempo dopo. «Nel giro di qualche secondo - aggiunge l’uomo - mi è venuto in mente un episodio simile a Covo dove, con la stessa scusa, a un uomo sono stati spillati 300 euro. Pertanto ho deciso di segnalare subito quanto accaduto ai carabinieri di Romano i quali mi hanno riferito che avrebbero inviato sul posto una pattuglia». Un episodio analogo si è verificato qualche tempo fa a Treviglio. Un ragazzo sulla trentina d’anni era riuscito a rifilare una cassa di frutta a un uomo in cambio di una ventina di euro. L’episodio in via Matteotti. Anche in quel caso il ragazzo aveva detto di essere figlio di «Antonio il muratore».

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