Università nell’ex Reggiani fa discutere. «Ingegneria deve restare a Dalmine»

SCENARI . Il sindaco di Dalmine Francesco Bramani: «Era una città industriale ora è diventata universitaria». E sull’ipotesi del polo Its: «Sicuramente meno prestigiosa. Non vogliamo rinunciare all’Ateneo»

«Credo che su questo tema maggioranza e opposizione la pensino allo stesso modo». Ovvero «vogliamo tutti che l’Università rimanga a Dalmine». Il sindaco Francesco Bramani non ha dubbi: «Per noi è qualcosa di molto importante: in questi anni ha cambiato il volto di Dalmine, passata da città industriale a universitaria. E vogliamo continuare a esserlo».

Da qui anche «la provocazione» di un trasferimento della facoltà di Economia nel caso Ingegneria traslocasse a Bergamo nell’ex Reggiani: «Operazione che però non mi sembra semplice, anzi abbastanza impossibile. Ma l’abbiamo proposta anche per ribadire l’importanza dell’Ateneo per la nostra città».

Il problema degli spazi

Bramani non nega la necessità di spazi per la facoltà d’Ingegneria, più volte evidenziata dal rettore Sergio Cavalieri, numeri alla mano: «E difatti ci siamo subito attivati per trovarne di ulteriori: abbiamo coinvolto con successo Tenaris, la sola ad averne a disposizione. Da questo punto di vista una soluzione l’abbiamo trovata».

Anche se le esigenze dell’Ateneo sono diverse: «Ne siamo consapevoli, e difatti abbiamo investito anche sull’accessibilità, sui parcheggi, sull’adeguamento dell’asse della 525, sulle piste ciclabili e anche sullo svincolo dell’A4». E persino digerito una soluzione come la Brt, il collegamento di bus elettrici in sede propria tra il capoluogo, Dalmine e la stazione ferroviaria di Verdello, che non è che convincesse proprio l’amministrazione locale: «Lo ha detto lei... Diciamo che ancora adesso ci convince a metà. Ma se dovesse andare via l’Università il quadro cambierà radicalmente, e in peggio».

La questione dell’indotto

Per questo «i nostri uffici tecnici sono a disposizione per trovare ogni soluzione possibile, ma più di questo...». E l’ipotesi del polo degli Its (gli Istituti tecnici superiori, corso post diploma di alta specializzazione) non convince molto Bramani: «Senza offesa per nessuno, non è la stessa cosa: sia in termini di prestigio che di utenza. In questi anni Dalmine ha sviluppato un indotto notevole sia in termini di affitti che di attività commerciali e collaterali: non credo che con l’Its l’economia girerebbe allo stesso modo. Non nascondiamoci dietro un dito, l’Università è più prestigiosa».

Ma il futuro di Ingegneria appare sempre più vicino all’ex Reggiani «anche se da quel che ne so l’area deve comunque essere bonificata almeno in parte, questo per dire che la partita non è così semplice». Ma dall’incontro della scorsa settimana dall’Università è arrivata qualcosa più che un’indicazione, seppure non in forma ufficiale: «Fine anno per la decisione, anche se la questione non è stata ancora dibattuta in sede di Cda». Ma l’impressione «è che vogliano fare in fretta». Per questo «i consiglieri di maggioranza ci hanno dato mandato per lavorare affinché l’Università rimanga a Dalmine: noi abbiamo tutte le porte aperte, qui ci sono le residenze universitarie e pure il Cus». Che l’Ateneo, si dice, potrebbe mantenere in loco: «Ma spazi universitari e senza l’Università che senso hanno?».

© RIPRODUZIONE RISERVATA