La Cassazione francese conferma il no all’estradizione dei 10 ex terroristi

La sentenza. Tra loro anche il bergamasco Narciso Manenti, originario di Telgate.

La Cassazione francese ha confermato il rifiuto della Francia all’estradizione dei 10 ex terroristi rossi degli anni di piombo in Italia. Il rifiuto di accogliere il ricorso alla Corte di Cassazione sull’estradizione di 10 ex militanti di estrema sinistra italiani, in gran parte ex delle Brigate rosse, rifugiati in Francia dopo gli «anni di piombo», era atteso. Per i 10, di cui 8 uomini – fra i quali Giorgio Pietrostefani condannato per l’omicidio Calabresi, e il bergamasco Narciso Manenti che nel ’79 in Città Alta uccise l’appuntato dei carabinieri Giuseppe Gurrieri davanti al figlio di 11 anni – e 2 donne (le ex Br Marina Petrella e Roberta Cappelli), il tribunale francese aveva già negato, il 29 giugno dello scorso anno, l’estradizione chiesta dall’Italia.

La presidente della Chambre de l’Instruction aveva motivato il rifiuto con il rispetto della vita privata e familiare e con il diritto a un processo equo, garanzie previste dagli articoli 8 e 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, il giorno dopo, aveva però affermato che «quelle persone, coinvolte in reati di sangue, meritano di essere giudicate in Italia». Di conseguenza, il procuratore generale della Corte d’appello di Parigi, Rémy Heitz, in rappresentanza del governo, aveva immediatamente presentato un ricorso alla Corte di Cassazione, ritenendo necessario appurare se gli ex terroristi condannati in Italia in contumacia beneficeranno o meno di un nuovo processo se la Francia li consegnerà. Lo stesso procuratore contestava la decisione del tribunale sulla presunta violazione della vita privata e familiare degli imputati.

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