Da Bergamo a Pisa, con le funi per restaurare la mitica torre - Il video

L’intervento di restauro allo storico monumento ha visto impegnati gli operatori formati da Vertika. Tra loro Elda Mosconi di Cazzano S. Andrea.

C’è una piccola grande azienda che sta facendo parlare di sé per le sue operazioni «appese» alla fune. Nessuna acrobazia, ma concreti interventi di ispezione e manutenzione in quota, su edifici e in zone impervie. L’ultimo in ordine di tempo è di particolare prestigio: il supporto al restauro della parte esterna della torre di Pisa. L’azienda si chiama Vertika e parla un po’ bergamasco e un po’ bresciano perché sorge proprio sul confine tra i due capoluoghi Bergamo e Brescia, a Pian Camuno. «Vertika è a pochi metri dal confine con Bergamo e uno dei nostri operatori è Tiziano Ambrosioni, 46 anni, di San Giovanni Bianco» spiega Diego Bernazzoli, responsabile tecnico di Vertika srl. Il lavoro a Pisa li ha portati alla ribalta delle cronache locali e internazionali. La torre, uno dei più noti monumenti storici italiani, aveva bisogno urgente di un importante lavoro di restauro dell’esterno. Da qui la necessità di formare il personale incaricato del restauro (quattro donne e quattro uomini) a lavorare su fune senza mettere a rischio la propria vita.

Per arrivare ai lavori sulla torre di Pisa, Vertika è dovuta «passare» da Firenze. «Tutto è nato quasi casualmente - racconta ancora Bernazzoli - la società che ha in gestione molti degli edifici storici della zona (Opa, Opera della primiziale pisana) mi aveva conosciuto per un’operazione impegnativa che ci era stata affidata per il Duomo di Firenze. È partito così il primo corso per lavori su fune per formare sette restauratori. Ne abbiamo gestito la formazione e abbiamo curato l’ispezione nella cupola del Brunelleschi, del Duomo e del Battistero. Una collaborazione durata un anno e mezzo. Avendo risolto con successo il problema, il responsabile dell’Opa, ha proposto una nuova commissione, relativa la torre di Pisa. Dopo il sopralluogo abbiamo formulato l’offerta per formare 4 donne restauratrici e 4 uomini restauratori, da istruire per il restauro dei capitelli e delle colonne della parte esterna della torre».

«Un’operazione - prosegue - con due record in un colpo solo: una quota rosa pienamente rispettata (quattro donne su otto restauratori) e soprattutto la prima donna - nonché bergamasca -, a calarsi con la fune dalla torre di Pisa: è una nostra collaboratrice, Elda Mosconi di Cazzano Sant’Andrea». L’intervento si è concentrato su tutti i capitelli e le colonne della parte esterna. Una volta definita la procedura, si è partiti con il controllo/ispezione. I numeri? Otto, gli allievi, tre, gli istruttori impegnati per il corso, e sei, i giorni complessivi di durata del corso: una formazione suddivisa in parte teorica e una parte pratica (organizzata in 5 giornate). Gli allievi hanno imparato, per esempio, come realizzare ancoraggi, come posizionare le funi e quali le tecniche per utilizzarle, ma anche eventuali attività soccorso, la gestione della squadra, e le procedure per allestire il cantiere. Alla fine c’è stato un esame da superare. «Una volta trovato il modo per muoversi all’esterno della torre di Pisa, ci siamo mossi anche all’interno e all’esterno del duomo - continua Bernazzoli -, stando bene attenti agli strumenti di controllo della torre e alle opere delicate e di pregio del duomo». Il restauro è stato un evento speciale che ha attirato gli sguardi non solo dei turisti ma anche delle telecamere, locali e internazionali, sulle figure «penzolanti» dalla torre di piazza dei Miracoli.

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