Dal Piemonte a Carona, la nuova vita di Luisa con il laboratorio del legno

Si è trasferita da Bardonecchia e ha aperto un laboratorio artigianale nell’ex tabaccheria. «La montagna si può ripopolare».

Era arrivata in Valle Brembana nel dicembre del 2016 per cambiare aria. Da Bardonecchia (Piemonte), dove lavorava nei comprensori sciistici, a 36 anni aveva deciso di provare una nuova esperienza, continuando a lavorare sulla neve ma in una valle lontano da casa. Cinque anni dopo Luisa Capellino è ancora qui, a Carona, dove oggi vive, e ha cambiato lavoro, seguendo una sua vecchia passione legata al legno. E non ha nessuna intenzione di andarsene, anzi. «Lavorando nel settore avevo sempre sentito parlare degli impianti di Foppolo – racconta Luisa – e volevo vederli e lavorare lì, così il primo passo è stato trasferirmi a Foppolo. Pensavo sarei rimasta qualche mese, un anno, per fare un’esperienza diversa e uscire dalla mia valle, la Val di Susa, e invece poi in Valle Brembana mi sono trovata benissimo e complice il fatto che ho conosciuto il mio attuale compagno, John Rossi, ho deciso di fermarmi qui».

Una scelta, quella di Luisa di rimanere in Valle Brembana, dettata non solo dall’amore. «Innanzitutto, Carona, dove mi sono poi spostata e dove vivo oggi – continua –, è particolarmente accogliente e appena sono arrivata qui da Foppolo mi hanno subito proposto di continuare a lavorare negli impianti. Ma ho sentito la necessità di fare qualcosa di diverso, che fosse anche utile per Carona». Così Luisa ha deciso di dedicarsi alla lavorazione del legno, aprendo anche a giugno di quest’anno il suo negozio «Come in Baita», «un laboratorio artigianale di montagna», come ama definirlo lei.

«Mio padre mi ha insegnato a lavorare il legno da adolescente e la passione mi è rimasta – spiega –. Nel mio laboratorio (che si trova in una ex tabaccheria storica chiusa da 10 anni) realizzo sculture in legno, anche se devo ancora migliorare, che poi vendo insieme ad altri souvenir non di mia produzione. Voglio fare qualcosa di bello qui e aiutare Carona provando a essere di esempio per altri giovani, o meno giovani, che possono così vedere che lavorare in questi paesi montani si può. Credo la montagna possa ripopolarsi».

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