Il campanile di Brembilla?
Pendeva più di quello di Pisa

o sapevate che uno dei quattro campanili che furono costruiti nei secoli accanto alla chiesa parrocchiale di Brembilla era più pendente della torre di Pisa?

La torre campanaria pendeva addirittura di 7,4 gradi. Ben più di quella pisana, ferma a 4,8. Tanto che il campanile, che rimase comunque in piedi per decenni, dovette poi essere demolito per motivi di sicurezza. È questa una delle curiosità raccontate nel nuovo libro del professor Giovanni Salvi di Brembilla, volume di 368 pagine (Corponove editrice) che sarà presentato domani, alle 20,30, nella sala della comunità. Il libro si intitola «La parrocchia di Brembilla nelle visite pastorali 1538-1906». Dopo un breve inquadramento storico si inizia con le cronache delle visite dei venti vescovi, da Pietro Lippomano fino a Giacomo Maria Radini Tedeschi, passando per quella famosa di San Carlo Borromeo, quindi una ventina di capitoli con approfondimenti, tra fatti storici, curiosità e personaggi. Protagonista della visita pastorale del vescovo Lippomano fu tale Quaiassa, donna che in paese veniva accusata di essere «fascinatrice e stria», in pratica una strega. Nelle cronache si racconta come, pro e contro, vennero chiamate a testimoniare diverse persone. Un esempio: si parla della cura che tale Caterina avrebbe ricevuto dalla «strega» dopo che il marito le aveva rotto una spalla con una bastonata. La Quaiassa gliela avrebbe curata con un impasto di stoppa e uova d’oca. Alla fine degli interrogatori, comunque, la donna, grazie soprattutto alle amiche, si salvò. Ne uscì solo come «segnuna» e non come «strega». Le venne comunque vietato di continuare in tale pratica, pena la scomunica e il carcere.

Un approfondimento è poi dedicato alla torre campanaria pendente di Brembilla, realizzata nel 1725. L’inclinazione fu progressiva, per circa dieci anni, così che vennero tolte tre campane per evitare ulteriori spostamenti. Divenne una sorta di attrazione, tanto che molti veniva vano da fuori per ammirarla: l’inclinazione era notevole, secondo quanto riportato dall’architetto austriaco Leopold Pollack che, nel 1798, recatosi a Brembilla fece una vera e propria ricerca sul campo per cercare di capire i motivi di tale pendenza. E ne fece anche un disegno particolareggiato. A inizio del 1800 il campanile pendente risultò essere demolito. Passarono 16 anni prima della costruzione di quello nuovo, questa volta ben diritto. Siamo invece nel 1500, ancora durante la visita del vescovo Lippomano, quando, durante gli interrogatori del vicario vescovile, emerge la vicenda della vendita di alcuni terreni appartenuti alla parrocchia. Si tratta di boschi e pascoli cosiddetti del Carài che tale Carminati emigrato poi a Lodi aveva donato alla parrocchia. Grazie agli affitti a boscaioli e pastori di tali terreni la comunità riesce a pagare lo «stipendio» al prete. Succede però che i «sindaci» della chiesa, per «bisogno del Comune», vendono i terreni a un Sonzogni senza chiedere il permesso al vescovo. Da allora le famiglie di Brembilla dovettero intervenire per pagare direttamente il prete.

Domani, alle 20,30, la presentazione del libro. Oltre all’autore saranno presenti don Bruno Caccia dell’Ufficio dei beni culturali della Curia di Bergamo e per otto anni parroco a Camorone, quindi il parroco di Brembilla don Cesare Micheletti.

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