Il record di Geko: 600 km in canoa dal Monviso lungo tutto il fiume Po

LA STORIA. Dal Monviso a Bocca d’Adda, in canoa: è la singolare avventura conclusa da Alessandro Gherardi, detto Geko, 50 anni, di Zogno. Nel 2021 aveva percorso il tratto da Bocca d’Adda all’Adriatico.

Ora tutto il Po è «conquistato», lo ha percorso praticamente nei suoi 600 chilometri. Sabato scorso, Alessandro Gherardi, 50 anni di Zogno, canoista di «Brembo Kayak», ha concluso un’avventura iniziata due anni fa. Nel 2021, sempre a ottobre, aveva percorso in canoa il tratto che da Castelnuovo Bocca d’Adda (Lodi) arriva fino all’Adriatico. «Per ritrovare quel divano - ricordava scherzosamente - che mia nonna aveva veramente buttato nel Brembo». Gli mancava il primo tratto, dal Monviso. Detto, fatto.

Lunedì scorso era in vetta al Monviso, alle 4,30 di mattina., dove nasce il grande fiume. Martedì l’imbarco a 44 chilometri più sotto, a Villafranca Piemontese, «il primo punto dove è possibile mettere la canoa in acqua - dice Alessandro, conosciuto come Geko - perché prima è molto difficile». Qui, dunque, è iniziata la maxi pagaiata di 313 chilometri, tra disavventure varie, bivacchi di fortuna, consigli di qualche «locale», sbarramenti e divieti da superare. La sera alle 19,15 è già a Torino, oltre Moncalieri. Qui la prima sorpresa: dalla diga di San Mauro Torinese il divieto di navigazione per 98 chilometri. «Ormai ero lì - dice - . Nessuno ha saputo dirmi il perché del divieto. E qualche locale mi ha poi detto che si poteva continuare senza particolari problemi. Così ho proseguito».

Sbarramenti superati, bivacchi di fortuna, le tappe a Pontestura (Alessandria), con notte sotto il tetto della chiesa, poi a Balossa Bigli (Pavia) giovedì sera, Somaglia (Lodi), Piacenza («Dove il fiume è largo 4,5 chilometri ed è facile perdersi»), fino a Bocca d’Adda, raggiunta sabato scorso alle 18: 313 chilometri, tra qualche rapida, diverse dighe, trasbordi. Da qui il ritorno al punto di partenza in treno, passando per Milano, a riprendere la Panda lasciata a Villafranca Piemontese.

«La qualità dell’acqua del Po? Pessima vicino a Torino, con un grande odore di fogna. Ma anche a Piacenza non era molto meglio». E la prossima sfida? «Il Po è conquistato, ora miro al Ticino».

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