La bufera di neve blocca il carro funebre, salvo in motoslitta

FOPPOLO. Soccorso venerdì sera al Passo Dordona un 37enne: da Fusine doveva portare una salma a Milano. Trovato infreddolito vicino al rifugio.

Chissà dove pensava di riuscire ad arrivare - col suo carro funebre - il 37enne milanese ma con genitori di Piazza Brembana , che venerdì sera, 5 gennaio, è stato recuperato nella neve, ai 1.900 metri del rifugio Dordona, tra Foppolo e Fusine (Sondrio): una disavventura, la sua, che ha quasi dell’incredibile, fortunatamente finita bene.

Indirizzato dal navigatore

L’uomo, alla guida del carro funebre, avrebbe dovuto portare una salma a Milano, dove lo attendevano alle 14. Partito da Colico, nell’alto lago di Como, il navigatore lo ha indirizzato verso Fusine e da qui lungo la strada, di diversi chilometri, che sale verso il rifugio e poi al valico di 2.061 metri. Una strada, per buona parte sterrata, che dal 30 novembre scorso - come tutti gli inverni - è chiusa al transito per neve. Secondo quanto poi raccontato ai primi soccorritori, avrebbe preso la strada del Dordona per riuscire poi a passare a Piazza Brembana e salutare i genitori. Ma da alcune ore nevicava e la strada, di fatto, era diventata impraticabile. Bloccato nella neve e in mezzo alle montagne (peraltro vestito in divisa leggera da cerimonia), ha dovuto lasciare il carro funebre - con la salma - lungo la strada. E anziché tornare indietro si è incamminato verso il passo. Dopo aver percorso a piedi almeno una decina di chilometri e in mezzo alla bufera di neve, ha raggiunto il rifugio dove è riuscito a prendere il segnale del telefono e a chiamare i soccorsi.

I soccorsi

A quel punto - erano le 17 - sono stati allertati il Soccorso alpino (Orobico,e Valtellinese e della Guardia di finanza) i carabinieri, ma anche i giovani della società impianti di Foppolo e dell’Akja (Soccorso piste) che hanno messo a disposizione motoslitte e quad. E sono stati proprio tre di loro a raggiungere per primi (non senza difficoltà), con la motoslitta , il 37enne, verso le 19,30. «Era immobile, non parlava ed era impaurito, riparato sotto una tettoia vicino al rifugio - racconta uno di loro -. Abbiamo acceso un fuoco e dato a lui calzini e scarpe». Caricato sulla motoslitta lo hanno poi trasportato fino a Foppolo, dove è stato preso in carico dal Soccorso alpino. Quindi sull’ambulanza fino all’ospedale di San Giovanni Bianco. Una disavventura incredibile, fortunatamente finita bene.

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