Lacrime a Ubiale per Dimitri Rinaldi, papà di 52 anni morto nello schianto in moto

L’incidente. Giovedì pomeriggio sotto i ponti di Sedrina era sulla sua Yamaha R6, si è schiantato contro la parete della montagna: probabile un malore. Operaio alla Unicalce, una delle due figlie lo aveva chiamato mezz’ora prima.

Un malore, forse, la moto senza controllo e lo schianto contro la parete della montagna: nonostante il tempestivo intervento di altri automobilisti e degli equipaggi sanitari di auto medica ed elisoccorso non c’è stato nulla da fare per Dimitri Rinaldi, di Ubiale Clanezzo. L’uomo, 52 anni, era in sella alla sua moto da strada, una Yamaha R6 nera quando ha avuto un malore, perché questa è l’ipotesi più plausibile, determinata anche dalle testimonianze di chi ha assistito all’incidente. Stando infatti a queste e alla ricostruzione dei militari di Zogno, intervenuti per i rilievi, non ci sarebbero nemmeno segni di frenata sull’asfalto e l’uscita di strada è stata incontrollata e inevitabile.

Lo schianto

Erano circa le 16.30 quando il motociclista, originario di Zogno, viaggiava in direzione di Sedrina. Si trovava all’altezza di via Ponti, aveva superato la fermata del pullman e stava per incrociare la corsia di immissione in strada di chi scende dai Ponti in direzione di Brembilla, quando ha accusato il malore ed è andato dritto contro la parete dall’altra parte della strada, la moto ha rimbalzato di nuovo sulla corsia, a circa 20 metri di distanza. «Aveva finito di lavorare alle 14, alla Unicalce di Brembilla, e quindi alle 16.30 di certo stava andando come sempre a fare un giro con la sua moto, a cui era legatissimo. Una passione che coltivava da sempre. Non so cosa sia successo, parlano di un malore, ed è l’unica causa possibile ma di cui ancora non riusciamo a capacitarci» racconta Mariarosa Begnis, la ex moglie, che si è precipitata in posto quando è stata avvisata che Dimitri aveva avuto un incidente in moto. Con lei la figlia più piccola Lisa, sconvolta, che solo mezz’ora prima del tragico incidente aveva telefonato al papà per comunicargli, piena di gioia, di aver superato l’esame della patente.

I soccorsi

Dimitri era a terra, privo di sensi, con tanta gente di passaggio che si è fermata per cercare di soccorrerlo. Per puro caso passava infatti un dipendente che lavora in Areu (Agenzia regionale emergenza urgenza) che, dicono, abbia cominciato a effettuare il massaggio cardiaco. Qualcun altro è corso fino in centro a Sedrina, chiedendo ai residenti di poter recuperare un defibrillatore automatico, prelevato poi dalla farmacia. In tanti si sono dati da fare. La centrale Soreu alpina, ricevuta la segnalazione di soccorso, ha inviato in posto l’elicottero, decollato da Bergamo e atterrato con millimetrica precisione sulla rampa di uscita dai Ponti, l’auto medica di San Giovanni Bianco e l’ambulanza della Padana emergenza di stanza a Zogno. A nulla sono valsi i disperati tentativi di rianimare il centauro di Ubiale: alla fine il medico non ha potuto fare altro che constatare il decesso del 52enne.

Una volta ottenuto il nulla osta del magistrato la salma è stata trasferita nella camera mortuaria del cimitero di Sedrina, poi nell’abitazione della madre, in via San Bernardino, a Zogno. Per permettere i soccorsi e i rilievi dei carabinieri la zona è stata delimitata per impedire la circolazione, e riaperta solo un paio di ore più tardi. Il traffico da e per Bergamo è stato deviato sui Ponti. Da Brembilla è arrivato il carroattrezzi Offredi per recuperare il bolide di Dimitri, mentre un responsabile della Provincia è intervenuto per le verifiche del caso e per ripristinare la viabilità, dopo aver opportunamente pulito la sede stradale da detriti e olii. Sul luogo dell’incidente sono arrivati parenti e amici di Dimitri, sgomenti; la figlia, sconvolta, è stata presa in cura dagli operatori dell’ambulanza fino a quando si è un poco ripresa. Dimitri lascia Mariarosa Begnis e le figlie Giada e Lisa.

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