«Non troviamo personale»: la famiglia Berera vende lo storico ristorante K2

Foppolo. La decisione di lasciare dopo 70 anni: l’attività è iniziata nel 1953. Tra i clienti Bongiorno, Celentano e Gaber. E in cucina c’è ancora Sandra, 93 anni.

«Non troviamo personale che possa aiutarci: questo è il problema principale. Io ho 71 anni, mia mamma Sandra 93 ed è ancora ai fornelli. Nei fine settimana 25 dipendenti, ma non bastano. I figli hanno preso altre strade e noi non possiamo continuare a lavorare dalle 7 di mattina a mezzanotte. Cerchiamo chi possa acquistare e continuare l’attività».

Fulvio Berera, dal suo ristorante, ha visto la Foppolo nell’élite delle stazioni sciistiche, quando anche nel suo ristorante venivano Mike Bongiorno, Celentano, Gaber, per citarne alcuni. Poi ha visto il lento declino. Ora le decisione di vendere. Il ristorante-residence K2 viene aperto dal 1953 da mamma Alessandra e dalla sorella Laura, in località Foppelle, nella zona alta del paese.

Sono i tempi d’oro di Foppolo, una delle prime stazioni sciistiche in Italia. L’attività va a gonfie vele. La gestione passa poi a Fulvio, con lo zio Pietro Goglio. Sono gli anni degli investimenti: arriva l’ampliamento con il Kibo (bar, ristoro, appartamenti), la costruzione della discoteca Grizzly, un altro bar sul piazzale basso del paese.

«Ho visto la stazione sciistica quando era all’apice - dice Fulvio Berera -. Ora non è più così, dispiace. Ma il lavoro resta tanto». Residente a Mendrisio, in Svizzera, fa la spola tra Foppolo e casa, nei weekend. «Il viaggio non mi pesa - continua - e il lavoro mi piace ancora, ma è sempre più difficile proseguire». La domenica lo si intravede in cucina, a spadellare taragne e casoncelli dietro i banconi del Kibo. «Andrei ancora avanti - spiega - ma non ho personale sufficiente. Mamma ha 93 anni, mi aiuta mia sorella Gabriella ma spesso il lavoro è massacrante. Abbiamo 15 dipendenti fissi, che diventano 25 nei fine settimana. Ce ne vorrebbero almeno 30. Ma non si trovano. Anche al rifugio Montebello avremmo bisogno di personale. I figli mi aiutano qualche volta ma hanno preso un’altra strada in Svizzera».

Nei fine settimana 25 dipendenti, ma non bastano. I figli hanno preso altre strade e noi non possiamo continuare a lavorare dalle 7 di mattina a mezzanotte. Cerchiamo chi possa acquistare e continuare l’attività

Eppure di progetti Berera ne avrebbe anche altri nel cassetto. Ha acquisito a San Simone il rifugio Camoscio (dato in gestione) e da tempo vorrebbe realizzare una Spa con piscina all’aperto proprio nei pressi del K2.. «Ha un costo di 800 mila euro - dice -. Duecentomila li avrei come contributo regionale, ma mi verranno revocati a giugno. Ormai è passato troppo tempo. Questione di autorizzazioni che non si riescono ad avere».

«L’idea è di riuscire a vendere bar e ristorante - continua - o di affittare se non troviamo acquirenti. Si possono valutare tutte le soluzioni, noi per ora proseguiamo finché ci è possibile. Lasciare tutto ci dispiacerà sicuramente, sia a me sia a mia mamma, ma non vediamo molte alternative dopo 70 anni di attività».

© RIPRODUZIONE RISERVATA