Poca acqua, lo sci orobico fa i conti «salati» con l’innevamento

Il meteo e i costi. Tra un mese il via alla stagione, ma senza neve dal cielo qualcuno rischia lo stop. Bollette alle stelle e bacini che, in alcuni casi, servono anche le abitazioni.

Estate di siccità, poca acqua nei bacini e l’incognita dei costi per un eventuale innevamento programmato delle piste da sci. I gestore degli impianti di risalita iniziano a fare il conto alla rovescia dell’avvio di stagione, tradizionalmente fissato al ponte dell’Immacolata. Un mese, con l’incognita - pere ora - di temperature alte e poi di bacini d’acqua che, se dovessero servire, non hanno certo grandissime quantità di acqua.

Il problema sarà soprattutto di quelle stazioni i cui bacini vengono anche utilizzati per l’approvvigionamento idrico delle case. Come è il caso di Foppolo-Carona, servite dal lago Moro, sotto il Cornostella. Dopo un’estate di siccità il livello non è alto.

«La preoccupazione riguarda buona parte delle stazioni di sci - spiega Marco Calvetti, titolare della Sacif di Piazzatorre, società che da decenni si occupa di seggiovie - perché dopo un’estate come l’ultima, i bacini non hanno molta acqua. Se non nevicherà a sufficienza si dovrà sparare neve, ma, forse, non tutte le stazioni avranno a disposizione acqua a sufficienza. A meno che piova da qui a inizio dicembre. Ma se pioverà significa che le temperature non saranno state basse e... allora non si potrà sparare subito. Perché di solito le piste da sci con la neve programmata si preparano entro fine novembre, quando inizio ad andare sotto zero. Nessun allarmismo, ma tutto dipenderà dal meteo».

Nuovo bacino a Bobbio

Dovrebbe non avere problemi, per esempio, il comprensorio di Valtorta-Piani di Bobbio, dove i bacini (uno nuovo sul Lecchese verrà aperto quest’anno e consentir di coprire con l’innevamento l’intero comprensorio), sono tutti a uso della stazione.

«La scorsa stagione abbiamo usato circa 70 mila metri cubi di acqua - dice l’amministratore Massimo Fossati -. Di acqua ne abbiamo e dovrebbe bastare».

A Piazzatorre è in coro la realizzazione del nuovo bacino che servirà anche per l’innevamento programmato, ma potrà essere utilizzato solo dalla stagione sciistica 2023-2024.

Il lago del Pora Beach è diventato una destinazione tra le più gettonate in estate. «Negli ultimi due anni abbiamo investito molto nella destagionalizzazione della stazione anche per assicurarci di trattenere le professionalità di cui abbiamo bisogno, - spiega Seletti – ma soprattutto perché la montagna non è più solo sci, ma tanto altro»

Le piogge autunnali hanno consentito il riempimento dei due laghi per l’innevamento di Monte Pora (troppo pieno sorgenti e pioggia) «Sono pieni al 90%, e stimiamo si possa raggiungere il 100% nelle prossime settimane, come nel 2021 – riferisce l’amministratore di Irta Maurizio Seletti –. Quest’estate, durante l’emergenza, siamo riusciti ad aiutare alcuni malgari di Pora in difficoltà. La situazione attuale dei bacini ci consente di partire con l’innevamento artificiale, ovviamente speriamo nevichi».

Il lago del Pora Beach è diventato una destinazione tra le più gettonate in estate. «Negli ultimi due anni abbiamo investito molto nella destagionalizzazione della stazione anche per assicurarci di trattenere le professionalità di cui abbiamo bisogno, - spiega Seletti – ma soprattutto perché la montagna non è più solo sci, ma tanto altro».

Agli Spiazzi di Gromo di bacini artificiali ce ne sono due, l’ultimo sarà pronto fra una settimana, e solo allora inizierà ad accumulare acqua per l’inverno (piogge e troppo pieno acquedotto). «L’idea è di aprire a inizio dicembre, se ci saranno le condizioni – spiega Alessandro Testa degli Spiazzi – quest’anno si accenderà l’impianto di innevamento con ancor più attenzione alle condizioni meteo». Il nuovo bacino aiuterà anche nella destagionalizzazione: «Da 15anni abbiamo iniziato ad investire sull’estivo, a partire dalla pista di downhill. Ma pensiamo anche a uno sfruttamento delle malghe per un turismo più verde, guardando a progetti come Malga Amica».

«Nel 2019 una giornata di innevamento potevamo spendere sui 1.500 euro, ora potrebbero essere dai 3 ai 5mila»

«Un problema per tutti»

«L’acqua sarà un problema per tutti – puntualizza Omar Semperboni di Lizzola di Valbondione –. Purtroppo abbiamo un piccolo accumulo (1/2.000metri cubi), ma se le sorgenti che lo alimentano sono ricche può bastare. Purtroppo quest’anno è stata un’estate critica, speriamo che le piogge di questi giorni e delle prossime settimane aiutino. Ma soprattutto speriamo, davvero, di non dover ricorrere per tutti i motivi che ben conosciamo all’utilizzo dell’impianto di innevamento artificiale». Dal 2019, lo sappiamo, i costi energetici sono più che duplicati, difficile anche fare previsioni.

«Nel 2019 una giornata di innevamento potevamo spendere sui 1.500 euro, ora potrebbero essere dai 3 ai 5mila», aggiunge Semperboni. Obbligatorio dunque guardare anche oltre l’inverno: «Destagionalizzare? Lo stiamo facendo già da alcuni anni, soprattutto puntando sulle bici, i rifugi, e non solo – spiega – continuiamo ad investire però anche sull’inverno e si valuta anche un eventuale bacino per l’innevamento».

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