Popolazione, l’agonia della Valle Brembana. Per la prima volta sotto i 40mila abitanti

Demografia. Lo scorso anno persi altri 334 residenti, ora sono 39.959. Dieci su 37 comuni senza alcuna nato Il presidente Lobati: non è una sorpresa, servono incentivi fiscali per attività e cittadini. Il Trentino un esempio.

Sotto i 40mila abitanti, per la precisione 39.959. Un dato purtroppo atteso, una soglia - oggi si direbbe psicologica - ma che palesa una realtà concreta: l’«agonia» demografica della Valle Brembana. I dati, elaborati nei giorni scorsi dalla Comunità montana, si riferiscono al 31 dicembre scorso. Raccolti tutti i numeri dei 37 Comuni relativi al bilancio demografico, ecco i risultati: popolazione brembana per la prima volta sotto le 40mila unità. Nel 2022 si sono persi altri 334 abitanti.

Nel 1961 gli abitanti erano 47mila

Nel 1961 la valle contava 47 mila abitanti, poi la lenta discesa che ha accelerato soprattutto negli ultimi 20 anni: nel 2001 la popolazione era ancora di 43.500 residenti. Ora siamo sotto. Come se, da allora, fosse scomparsa Serina, oppure metà dei Comuni dell’alta Valle Brembana. L’«emorragia» demografica, partita soprattutto proprio dai venti comuni dell’alto Brembo, si è andata progressivamente spostando anche a valle, in quei Comuni che inizialmente (a partire da Piazza Brembana) facevano da «diga» allo spopolamento: San Giovanni Bianco, San Pellegrino, Zogno. Ma anche (seppure fuori dalla Comunità montana), Almè o Villa d’Almè.

I venti comuni dell’alto Brembo sono attestati complessivamente a 6.499 residenti: negli ultimi anni si sono persi 500 abitanti. Ed è proprio qui che si concentrano i piccoli comuni che lo scorso anno non hanno avuto alcuna nascita: nove su 20, ovvero Cassiglio, Cusio, Foppolo, Mezzoldo, Moio de’ Calvi, Piazzolo, Santa Brigida, Valleve. A questi si aggiunge Vedeseta, in Valle Taleggio, altra area che da anni si sta velocemente spopolando.

I comuni più grandi perdono residenti

Nella media valle anche i Comuni principali ormai sono in costante calo: un tempo ampiamente sopra le 5.000 unità ora si attestano sui 4.600 residenti sia San Giovanni Bianco sia San Pellegrino. In discesa anche Zogno, principale, centro della valle, lontano ormai dalle 9.000 unità di alcuni anni fa.

«Purtroppo è un dato che ci aspettavamo. Prima o poi, con il trend in atto, ci saremmo arrivati - dice il presidente della Comunità montana e consigliere regionale Jonathan Lobati -. Non è quindi una sorpresa. Da anni andiamo dicendo che servono sostanziosi interventi infrastrutturali, servizi e defiscalizzazione per le attività economiche ma anche per i cittadini, sui trasporti o sui costi energetici, come per esempio il riscaldamento. Interventi radicali che possono arrivare solo dallo Stato e ormai sono indispensabili se vogliamo invertire la tendenza».

Da anni andiamo dicendo che servono sostanziosi interventi infrastrutturali, servizi e defiscalizzazione per le attività economiche ma anche per i cittadini

Perché, d’altronde, c’è una montagna che, invece, cresce anche da un punto di vista demografico: per esempio il Trentino Alto Adige. «È l’esempio di come applicando quegli incentivi a favore di chi abita - continua il presidente Lobati - il problema si risolve. A differenza del Trentino noi non siamo una provincia solo montana, quindi le risorse non vanno tutte in tale direzione. Le Orobie hanno però la fortuna di essere vicinissime a un grande aeroporto e a una città come Milano. Oltre agli incentivi, quindi, che restano fondamentali e devono sostenere soprattutto il privato, occorre una viabilità adeguata che ci avvicini il più possibile, in termini di tempo, a tali realtà».

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