Sentieri di montagna e il rischio di perdersi: «La segnaletica è ok, prepararsi meglio» - I consigli

OROBIE. Boom di soccorsi per escursionisti che sbagliano sentiero. Il Cai: non cercate scorciatoie fuori traccia, attrezzatevi di mappa e valutate le vostre possibilità.

Sempre più escursionisti che si perdono in montagna, che sbagliano il sentiero. Si trovano in difficoltà e chiamano - giustamente - il numero di emergenza per i soccorsi. Casi sempre più frequenti, evidentemente anche perché il numero di chi va in montagna, negli ultimi anni, è aumentato. Lunedì scorso la tragedia del medico di 26 anni di Lumezzane che, dopo aver perso il sentiero, si è ritrovato in una zona impervia, piena di dirupi e salti di roccia, nei pressi del lago di Sardegnana (circa 1.800 metri di quota), probabilmente nel tragitto tra i Laghi Gemelli e il rifugio Calvi che doveva raggiungere. È morto dopo essere precipitato per 80 metri. L’altro ieri il caso di un altro escursionista di 43 anni che, sempre nella stessa zona, ha perso il sentiero giusto: ha avuto l’accortezza di chiamare i soccorsi. È stato così recuperato dall’elicottero dei vigili del fuoco decollato dalla Malpensa e portato a Branzi illeso.

Rete di 2.400 chilometri

Ma come è lo stato dei 2.400 chilometri di sentieri numerati delle Orobie? Sono adeguatamente segnalati? Perché ci si perde, e perché chi viene recuperato, a volte, si trova in mezzo a boschi e dirupi, lontano dai sentieri tracciati? L’area dove si sono verificati i recenti episodi di escursionisti che hanno perso il sentiero, è «gestita» dal Cai di Bergamo (la competenza dei sentieri resta di Comuni, Comunità montane e Parco delle Orobie che con l’associazione collaborano nella manutenzione).

«Sentieri ben segnalati»

«I sentieri che attraversano la zona del Sardegnana, tra rifugio Calvi e Laghi Gemelli - dice il responsabile della commissione sentieri del Cai di Bergamo, Riccardo Marengoni - sono ben segnalati, sia con segnaletica orizzontale (la vernice con il numero, ndr) sia con i pali. Da lì passano migliaia di escursionisti e segnalazioni di sentieri malmessi non ne abbiamo. La segnaletica è di circa tre anni fa. Abbiamo, invece, rimesso a nuovo da poco quella della zona di Mezzeno-Alpe Corte. Quando vi sono interruzioni o sentieri mal segnalati, in genere ci arrivano mail e telefonate dagli escursionisti. Può darsi, poi, che non sia tutto perfetto, ma vorremmo capire anche noi l’esatta dinamica di quello che succede in tali occasioni». «Se uno, per un motivo che non sappiamo, prende un sentiero non segnato, sbaglia, e se ne accorge - continua Marengoni - deve tornare indietro. E non pensare di recuperare il sentiero giusto prendendo “scorciatoie” nel bosco».

Preparazione

Ma quello che il responsabile della commissione del Cai vuole sottolineare è soprattutto la necessità di affrontare la montagna con la dovuta preparazione. «Negli ultimi anni c’è una massa di gente che si muove senza adeguata preparazione - continua Marengoni -. Bisogna sempre avere una mappa cartacea o su app, saperla leggere, sapersi orientare. Andare con l’attrezzatura giusta, conoscere le proprie capacità, i tempi, la situazione meteo. In montagna non si può improvvisare».

E se, per qualche motivo, non si è in grado di trovare il sentiero, il consiglio del Soccorso alpino è sempre quello di chiedere aiuto. «Se ci si trova in difficoltà e si prevede ragionevolmente che possa esserci una evoluzione rischiosa, contattate subito il 112 – spiega il Soccorso alpino -. L’operatore vi darà indicazioni e gestirà l’emergenza in modo appropriato».

Bazzi (Val Brembana): «Diteci i tratti malmessi»

«La nostra segnaletica, soprattutto quella orizzontale, ovvero con la vernice, viene rinnovata ogni tre o quattro anni. E anche in prossimità dei pali segnavia viene indicato il numero del sentiero. D’altronde, solo in alta Valle Brembana, abbiamo circa 300 chilometri di sentieri (mentre sulle Orobie sono circa 2.400 chilometri). E conoscere lo stato di ogni tratto sarebbe impossibile». Così il responsabile della commissione sentieri del Cai alta Valle Brembana, Davide Bazzi, sulla modalità di «manutenzione» dei sentieri di propria competenza. «Abbiamo un diario in cui aggiorniamo la situazione degli interventi - continua Bazzi - ma diventa fondamentale in questi casi avere la collaborazione degli escursionisti, migliaia, che ogni anno percorrono i sentieri delle Orobie. Per questo alcuni anni fa, avevamo lanciato l’iniziativa “Adotta un sentiero”. L’invito, che potrebbe essere rilanciato ora, visti i sempre più frequenti episodi di persone che si perdono, era quello di segnalarci le situazioni critiche trovate sui percorsi».

Resta difficile capire quale possa essere il motivo per cui si esce da un sentiero ben segnalato. «Purtroppo c’è anche qualcuno che segna i sentieri non Cai con la stessa vernice nostra - continua - magari su itinerari alternativi, creando confusione. Poi ci sono sentieri non segnati o tracce di animali che possono trarre in inganno. O sentieri, visti anche i nubifragi recenti, interrotti da alberi o frane. La cosa migliore è che tutto ciò ci venga segnalato».

© RIPRODUZIONE RISERVATA