Sorisole, Matteo attento e generoso : «Era capace di ascoltare»

Gli amici ricordano le qualità del giovane scomparso in montagna. Un mosaico di emozioni appesantite dal dolore: è stato un colpo al cuore.

«Era una persona che si preoccupava sempre per gli altri». È una frase che ripetono frequentemente gli amici nel descrivere i tratti caratteristici di Matteo Cornago, il venticinquenne che ha perso la vita insieme al compagno di cordata Giovanni Allevi mentre arrampicava la parete nord-est del Badile, sul versante svizzero della montagna. Amici che martedì sera si sono riuniti all’oratorio di Petosino di Sorisole attorno ad un falò per ricordare Matteo e che ora continuano a spendere belle parole per il loro compagno innamorato della vita. Un giovane pieno di qualità che se ne è andato troppo presto, in maniera drammatica e inaspettata.

«Lui era una persona introversa - racconta il venticinquenne Riccardo Cortesi, che è stato in classe con Matteo al Liceo presso il Seminario di Bergamo -, ma sempre sorridente e che utilizzava le parole nei momenti giusti. Era anche molto bravo a scuola e davvero capace negli sport in generale e la montagna era la sua grande passione».

«Lui mi ha aiutato molto in un periodo di difficoltà - continua Cortesi -: rischiavo di non essere ammesso agli esami di maturità e mi è stato molto vicino, preoccupandosi per me. Si è dimostrato una persona molto buona e capace di ascoltare. In realtà lui, più in generale, si preoccupava sempre molto per tutti ed era anche una persona a cui piaceva scherzare. Io sono rimasto in contatto con lui anche dopo il Liceo e qualche volta uscivamo insieme: ci eravamo ritrovati nel mese di luglio ad una cena di classe e purtroppo quella è stata l’ultima volta che ci siamo visti. Io ho saputo della tragedia da un ex compagno di classe e sono rimasto scioccato, è stato un colpo al cuore e non avrei mai pensato potesse succedere a Matteo anche perché sapevo che era molto esperto della montagna. Appena rientrerà la sua salma, abbiamo intenzione di fare un momento di raccoglimento a casa sua».

Un ricordo dell’amico Matteo arriva anche dal venticinquenne Carlo Agazzi, che è stato in classe con lui sia alle medie che alle superiori. «Era un ragazzo molto bravo - dice -, intelligente e che riusciva a passare da pensieri più ’alti’ alle cose concrete. A scuola intuiva subito i concetti e aiutava molto anche noi a capirli. A volte sembrava di poche parole, ma quando si esprimeva diceva il giusto ed era molto equilibrato. Ho preso male la notizia del dramma e sono dispiaciuto soprattutto per i suoi familiari, ai quali esprimo le mie condoglianze».

C’è anche qualche amico che ha voluto scrivere un pensiero su facebook in ricordo di Matteo e Giovanni. «Ciao amici, vi ricorderò così sorridenti, mentre conquistavamo il nostro inutile, quell’inutile tanto insignificante per tutti tranne che per noi e la nostra felicità quotidiana...Quell’inutile che vi ha portato via.... Mi mancherete tanto! Salutatemi le stelle».

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