Uniacque ai sindaci: «Più controlli contro gli sprechi o si rischia il razionamento»

Crisi idrica La società sollecita i sindaci a far rispettare le ordinanze emesse per contenere i consumi d’acqua. Valle Imagna e San Martino le più in difficoltà, soprattutto i paesi più turistici.

Oltre il Colle, Dossena, Serina, Cornalba, Algua, Costa Serina, Bracca. E, tutt’intorno, le frazioni di San Giovanni Bianco, San Pellegrino Terme, Zogno e anche Nembro, fino a inglobare l’intera Valle Imagna e Valle San Martino, Isola compresa a parte Filago. È questa la «zona rossa» identificata da Uniacque come quella a maggior rischio di carenza idrica. Anche se la dicitura scelta è «Rischio moderato», il fatto che il gestore del ciclo idrico integrato di 210 dei 244 comuni della Bergamasca abbia invitato i sindaci degli oltre 50 paesi che ne fanno parte a emanare ordinanze per contenere gli usi non essenziali di acqua, fa capire quanto grave sia il problema. Anche perché l’«etichetta» di rischio elevato viene attribuita alle zone dove l’acqua scarseggia e deve essere razionata. Extrema ratio a cui, di questo passo, nessuno riesce più ad escludere.

La lettera di Uniacque

Perché consigli e divieti paiono non sortire l’effetto desiderato. Tanto da far dire a Pierangelo Bertocchi, amministratore delegato di Uniacque, che «le ordinanze forse non vanno solamente esposte, occorre farle rispettare». E infatti ha scritto una lettera a questi sindaci, oltre che al Prefetto e all’Ats, chiudendo «una stringente ed assidua vigilanza del rispetto delle ordinanze emesse».

«Là dove il bacino fa fatica ad accumulare acqua, vuol dire che viene subito consumata»

Il perché è presto detto: se tutti rispettassero il «divieto di prelievo e di consumo di acqua potabile per irrigare e innaffiare giardini e prati in qualunque fascia oraria (consentito invece per la zona gialla a rischio ordinario esclusivamente nella fascia oraria dalle 22 alle 6 e per non più di 60 minuti); per il lavaggio di aree cortilizie e piazzali; il lavaggio di veicoli privati, ad esclusione di quello svolto dagli autolavaggi; il riempimento di fontane ornamentali, vasche da giardino, piscine private», così come recita lo schema di ordinanza diffuso dalla società ai Comuni in zona rossa, va da sé che si sarebbe dovuto registrare un sensibile calo, nel consumo. Invece «non ce ne siamo accorti più di tanto, nemmeno di notte – spiega Bertocchi –. Là dove il bacino fa fatica ad accumulare acqua, vuol dire che viene subito consumata».

I più provati

Il problema maggiore lo si registra nei paesi più turistici e – per ora – soprattutto nel fine settimana. «È chiaro che all’interno di queste zone ce ne sono alcune più accentuate – prosegue l’ad di Uniacque –: le Valli Imagna e San Martino sono le realtà più attenzionate perché il weekend scorso – con seconde case riaperte e gente che sale – c’è stata un’impennata importante di uso di acqua. Il che ci ha fatto fare un ulteriore appello ai sindaci. Capisco il cittadino in pianura dove, avendo la possibilità di prelevare da pozzi e falde, c’è meno emergenza. Ma ora sono proprio le sorgenti di montagna e soffrire, le più piccole che non hanno scorta idrica perché non ha nevicato». E se un paese di duemila abitanti nel weekend se ne ritrova 20mila, comincia ad avere un problema serio. Bertocchi fa l’esempio di «Serina e Roncola dove nel fine settimana ci sono migliaia di persone».

«Se andiamo avanti così ci arriveremo: soprattutto nelle zone già rosse, il passo successivo sarà il razionamento, chiederemo in alcune fasce orarie di notte di non prelevare acqua per consentire ai bacini di riempirsi»

Qualche numero? «Le sorgenti che mediamente ci davano l’80-90 per cento della loro potenzialità – risponde –, ora ci danno il 20 o 15%. La condotta principale che scende da Valle Imagna è in sofferenza, ci sono poi le piccole sorgenti che vanno in soccorso, ma fino a quando? Non è misurabile e prevedibile. Abbiamo chiesto ai sindaci un occhio di riguardo: forse l’ordinanza non basta esporla, va fatta rispettare». Senza parlare di multe, sicuramente si sta parlando di qualche controllo in più, per evitare che i sistemi di irrigazione automatica dei giardini continuino a girare come non ci fosse un domani. Il rischio è di dover iniziare a razionare l’acqua in alcune fasce orarie. «Se andiamo avanti così ci arriveremo: soprattutto nelle zone già rosse – prevede Bertocchi – il passo successivo sarà il razionamento, chiederemo in alcune fasce orarie di notte di non prelevare acqua per consentire ai bacini di riempirsi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA