I cinghiali in libertà devastano i vigneti
«Intervenite subito o si perde il raccolto»

L’appello dei viticoltori in Valcalepio alle prese con le pesanti invasioni degli animali selvatici in zone coltivate.

La Valcalepio lancia l’allarme cinghiali. Un problema, quello dell’invasione da parte di questa specie non autoctona della zona, che si trascina ormai da anni, ma che negli ultimi due e specialmente in questo 2020 si è aggravato ulteriormente. I cinghiali, infatti, quest’anno, già a fine primavera, contrariamente al passato quando si vedevano da fine agosto, hanno fatto la loro comparsa tra i vigneti della zona, causando gravi danni, che rischiano di diventare ancora più ingenti se non si trova il modo di contrastarli efficacemente.

«Il problema – spiega Emanuele Medolago Albani, presidente del Consorzio tutela Valcalepio –, si trascina ormai da anni. Dal 2018, dopo qualche anno di tranquillità, si è riacutizzato, qui nella nostra zona, come in tutta la Bergamasca, diventando davvero un problema ingente. Infatti, moltissimi soci del Consorzio, ma anche i residenti del posto, segnalano continuamente la presenza di cinghiali, che si spingono nelle vigne, distruggendo e arando i terreni, ma anche danneggiando le vigne stesse e mangiandone gli acini, vanificando il lavoro di un anno intero. Ma non solo, questi animali arrivano anche vicino alle case, alle cantine e addirittura i lavoratori se li ritrovano a pochi metri senza rendersene conto».

«La cosa strana – commenta Sergio Cantoni, direttore della Cantina sociale Bergamasca – è che normalmente il problema cinghiali arriva in piena estate, ad agosto, perché col caldo, non trovando acqua e cibo nei boschi, scendono nei vigneti e l’uva è sicuramente un frutto che li soddisfa. Quest’anno invece hanno già cominciato a scendere e siamo praticamente a giugno, portando così danni ancora maggiori alle aziende, che già l’anno scorso lamentavano una perdita di raccolta del 50%».

I problemi causati dai cinghiali vanno dai danni ai terreni, ai raccolti, ma sono anche legati all’incolumità delle persone. «I cinghiali – dichiara Aldo Marcassoli, direttore Confagricoltura Bergamo – sono un problema ormai di tutta la bergamasca. Nella Valcalepio ovviamente i danni dal punto di vista economico sono maggiori, visto le culture di pregio che si hanno in quella zona. È vero che la Regione poi indennizza i danni. Ma un indennizzo non è un risarcimento e non copre interamente il danno effettivo quindi. Senza contare poi che sono un problema per la sicurezza e l’incolumità delle persone. Non sono certo animali docili, anzi. Basta pensare che nel 2019 in tutta la Lombardia ci sono stati 130 incidenti stradali causati dai cinghiali».

Nel corso degli anni alcune aziende hanno provato a recintare le proprie culture per difenderle dai cinghiali, ma senza grande successo. «Le recinzioni non servono – spiega Varinelli Marco produttore e contoterzista della zona – perché le distruggono o scavano per passarci sotto. Il problema è che non hanno animali antagonisti in zona, quindi riescono a proliferare velocemente, ma anche che i cacciatori autorizzati dalla Provincia a fare abbattimento non abbattono le femmine o i maschi giovani, durante la caccia di selezione, perché li vogliono per la caccia libera, per braccarli. Mentre invece servirebbe una caccia a tappeto per risolvere il problema».

Un problema, come detto, davvero grave e a cui la Valcalepio chiede a gran voce di porre rimedio subito, non tra qualche mese. «L’intervento, per i produttori della Valcalepio e di vino in bergamasca – conclude Emanuele Medolago Albani, presidente del Consorzio tutela Valcalepio –, è urgente. Serve ora, non ad agosto o settembre, quando sarebbe poi troppo tardi. Quello che serve è che gli operatori faunistici, che hanno svolto il corso apposito per affiancare le guardie provinciali per il controllo dei cinghiali, siano autorizzati dalla Regione e che la caccia di selezione al cinghiale, che è già stata approvata, parta, mentre in realtà è ancora in attesa a causa di qualche permesso burocratico che non arriva. Il problema c’è ora. Non si può aspettare agosto o i danni che già abbiamo diventeranno ingenti e sarà davvero troppo tardi. Più avanti si interverrà, peggio sarà. I cinghiali sono animali grossi, di grosso peso e arrivano in gruppi numerosi, devastando tutto. Serve intervenire e abbatterli ora».

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