Il caso: Bianzano stoppa il 5G
«Prima serve chiarire i rischi»

Il comune è tra i 120 selezionati per testare la nuova tecnologia ma un’ordinanza del sindaco vieta i ripetitori: «Precauzione a tutela del paese».

C’era anche Bianzano nella lista di 120 piccoli comuni individuati nel maggio del 2018 dall’Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) per avviare il progetto del 5G italiano. Il progetto prevedeva e prevede ancora l’installazione, entro il 2022, di nuovi ripetitori per la telefonia mobile in grado di garantire una connessione ultraveloce a internet. Ora un’ordinanza firmata dal sindaco Nerella Zenoni, entrata in carica nel maggio del 2019, ha proibito ogni «installazione e attivazione sul territorio comunale di impianti con tecnologia 5G e sue varianti, quali 4G+, 4GPlus, 4G Evoluto».

La decisione mira a salvaguardare i cittadini da eventuali effetti indesiderati sulla salute e afferma di far proprio il cosiddetto «Principio di precauzione adottato dall’Unione Europea nel 2005», il quale sostiene che «quando le attività umane possono portare a un danno moralmente inaccettabile, che è scientificamente plausibile ma incerto, si dovranno intraprendere azioni per evitare o diminuire tale danno». «Il nostro è un atto per tutelare il paese e la comunità in via preventiva – spiega il sindaco – visto che al momento non sappiamo praticamente nulla. In effetti, l’unica cosa nota è che siamo stati scelti per ospitare il 5G e finora da noi non sono stati eseguiti lavori o altro. Nel contempo però molte fonti autorevoli hanno sollevato dubbi sui possibili rischi connessi a quel tipo tecnologia. Perciò abbiamo ritenuto di compiere questo passo, sulla scia di tanti altri comuni che hanno fatto lo stesso negli ultimi mesi».

A sostegno della propria presa di posizione il Municipio cita diversi studi e documenti, tra cui quello pubblicato nel 2019 dal Comitato scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti (Scheer) dell’Unione europea. In quel testo si legge a chiare lettere che, a proposito dell’esposizione al 5G, rimane aperta «la possibilità di conseguenze biologiche non intenzionali». Stando così le cose, l’amministrazione ha sancito che fino a quando una tale possibilità non verrà fugata, a Bianzano il 5G non avrà storia, a meno che l’atto comunale non venga impugnato in sede giudiziaria e venga privato di validità. L’ordinanza scende nello specifico: per un diverso approccio al 5G sono ritenute necessarie la «nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Research on Cancer (l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro)» e la pubblicazione della «metodologia per le valutazioni preventive definite da Ispra/Arpa». In altre parole, si chiede la completa chiarezza sull’eventuale pericolosità del segnale emesso dalla nuova strumentazione tecnologica e sugli studi di rilevamento della stessa prima di consentire ogni opera di quel genere sul territorio comunale.

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