Riecco la «regina» del lago d’Endine: la carpa Luisa oggi pesa più di 34 chili - Foto e video

RANZANICO . Dopo quasi un anno senza farsi vedere, Luisa è tornata, più possente che mai, e ha fissato un nuovo record. Domenica il 2 luglio, intorno alle sette di mattina, un gigantesco rivale, con i suoi 34 chili e 100 grammi, sembrava averle strappato il primato della carpa più pesante mai pescata sul lago d’Endine.

Nicolò Esposito di Cenate Sotto, 31 anni, autore della cattura, l’aveva subito ribattezzata Tigro, quasi per contrasto. Del segaligno personaggio di «Winnie the pooh» il pesce, di tipo «regina», non condivideva in effetti un gran che: al massimo una livrea giallognola, con scaglie potrebbero richiamare, con un po’ di fantasia, il manto di un felino.

In zona Filanda

I cellulari di chi c’era, e ha documentato con foto e video l’incredibile pesca in zona Filanda a Ranzanico, restituiscono l’immagine di un esemplare tozzo, massiccio, in perfetta forma. In realtà quel titano era sempre lei, Luisa, la signora del lago. Soltanto si era fatta più grande: non era più l’animale che nell’agosto del 2022 aveva infranto il precedente record di peso grazie a una massa di 31,5 chili . Le analisi delle immagini, con il supporto di un ittiologo, non hanno lasciato spazio a molti dubbi. «Ero in compagnia del mio amico Gabriele Magri, avevamo passato la notte all’aperto, sotto le stelle – spiega Esposito, associato alla Carpfishing Endine 139 –. La mattina abbiamo sentito il rilevatore su una canna con esca posizionata a centro lago. Il combattimento è stato bello, non lungo, ma intenso. Il pesce non era particolarmente vivace però faceva sentire tutto il suo peso».

Ranzanico, per la carpa Luisa nuovo record: è arrivata a 34 kg. Video di Daniele Foffa

ECCO COME ERA DIECI MESI FA

Un posto del cuore

Abituato, come tutti, a prede di minor tonnellaggio, il 31enne di Cenate non si è subito reso conto di cosa aveva abboccato. Poi, quando ha intravisto il mostro a pelo d’acqua, ha capito: era la carpa giusta. «Non abbiamo festeggiato in modo particolare – continua Esposito, che fu uno zio a iniziare all’arte della pesca quando era ancora un bambino -. Mi sono fermato per una decina di minuti in mezzo al lago, sul gommone. Volevo godermi il momento. Questo è un posto a cui sono legato tantissimo. Lo vivo con mio figlio piccolo, di sei anni, Tommaso: l’ho chiamato subito ed è stato lui a suggerirmi il nome, che ora terremo come nomignolo, giusto tra noi, per riferirci a Luisa. Ed è qui, su un pedalò, che ho chiesto alla mia compagna Claudia di sposarmi». Forse anche questo ha contato: la pesca alla carpa richiede pazienza, impegno e una dedizione che scoraggia gli indecisi. Segue anche delle regole precise, tra cui la cura e la liberazione della fauna catturata. Così, domenica, una volta messa sulla bilancia Luisa-Tigro, i pescatori l’hanno lasciata andare: in acqua la signora dell’Endine si è data qualche spinta decisa e si è rapidamente dileguata, tra gli applausi, nel suo regno di fango e canneti.

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