Lambretta del ’55, arriva primo al traguardo dopo 1.900 km

La gara Il 55enne di Almenno vince la rievocazione su mezzi storici da Milano a Taranto in sei giorni.

Le strade sono quelle dimenticate anche dai pastori: vecchie mulattiere, tratturi di montagna, quando va bene lunghi sentieri sterrati. Più di 1.900 chilometri in sei giorni, in sella a vecchie moto prodotte nell’immediato Dopoguerra, «con le ruote talmente piccole, che già alla seconda tappa hai la schiena e le braccia a pezzi».

Pier Fabrizio Donadonibus, 55 anni di Almenno San Bartolomeo, ci racconta la sua storica vittoria alla Milano-Taranto, conclusasi domenica scorsa, dopo l’ennesima seduta di massaggi. Ha passato la prima settimana di luglio in sella a una Lambretta D 150 del 1955, quasi un sacrilegio per lui, membro del consiglio direttivo del Vespa Club Bergamo. «Macché, oggi queste rivalità non esistono più – dice –. Anzi, i miei primi tifosi sono stati proprio gli amici del club. Ho voluto gareggiare con un’altra moto italiana per dare valore ai nostri prodotti, belli e resistenti anche dopo più di mezzo secolo, e costruiti con una qualità che il mondo ci invidia». In sella a una Vespa Gs 150 del 1955, Pier Fabrizio Donadonibus, che nella vita oltre a correre in moto è direttore vendite di un’azienda che si occupa di efficienza energetica, ha vinto lo scorso ottobre un’altra corsa storica d’importanza nazionale, il Motogiro d’Italia.

Partenza in notturna da Novegro, alle porte di Milano, allo scoccare della mezzanotte del 4 luglio: 12 ore per arrivare a Bologna e poi giù verso Perugia, Cassino, Potenza, Bari e Taranto, dove il centauro bergamasco ha messo in fila tutti, grazie ai piazzamenti nelle prove speciali cronometrate. Donadonibus ha vinto la corsa nella categoria «Scooter storici fino al 1956», migliorando il secondo posto ottenuto nel 2019.

In sella a una Vespa Gs 150 del 1955, Pier Fabrizio Donadonibus, che nella vita oltre a correre in moto è direttore vendite di un’azienda che si occupa di efficienza energetica, ha vinto lo scorso ottobre un’altra corsa storica d’importanza nazionale, il Motogiro d’Italia

«La gara – spiega – è una rievocazione della storica Milano-Taranto che debuttò nel 1919. Un tempo era una prova di velocità in un’unica tappa, poi dopo la metà degli anni Cinquanta fu sospesa e nel 1987 è tornata come gara di regolarità, con sei prove cronometrate su una distanza di 7-8 metri, da percorrere al millesimo di secondo. È una competizione molto prestigiosa, al pari della MilleMiglia, un vero e proprio museo itinerante». Non proprio un gioco da ragazzi, «anche se – ammette Donadonibus – l’abilità sta piuttosto nell’arrivare integro alle prove, dopo ore a correre su strade disastrate, dove in tanti ci hanno rimesso ruote e forcelle».

La carovana, composta da oltre 200 moto d’epoca, è transitata anche in alcuni centri storici, «ma per strada e nelle piazze non c’è più il pubblico di una volta – dice ancora Donadonibus – e tra i concorrenti l’età media supera i 60 anni; quest’anno il più anziano ne aveva 84. Ci sono appassionati di moto come me, vecchi bikers, ma nessun giovane. Eppure i ragazzi dovrebbero avvicinarsi a questa vicina, non fosse altro che per tenere viva una tradizione tipicamente italiana, che così invece rischia di scomparire».

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