Ardesio, lutto cittadino per l’addio a Diego. «Siamo smarriti: ora è il tempo del silenzio»

ARDESIO. Lunedì 11 settembre i funerali del 16enne morto per leucemia fulminante. Il parroco: «I ragazzi confusi: lui darà loro la forza di non mollare, di sentirlo vicino».

I suoi amici, i compagni di calcio e di oratorio, il sindaco e le tante associazioni del paese. Don Locatelli che in questi giorni ha tenuto unita e salda come un padre la sua comunità. I genitori e fratelli. Tutta la gente di Ardesio – e non soltanto – darà il suo ultimo saluto a Diego Fornoni lunedì pomeriggio. Sarà il giorno del silenzio, con il lutto cittadino proclamato dal primo cittadino Yvan Caccia in occasione del funerale che sarà celebrato nella chiesa parrocchiale di San Giorgio Martire, partendo alle 16 dall’abitazione di via Alessandro Manzoni 19, dove Diego è composto da sabato pomeriggio e in tantissimi sono arrivati per stringersi intorno ai suoi cari.

Ma il silenzio avvolge questo paese da giovedì, quando Diego, 16 anni appena, è finito al pronto soccorso di Piario per un dolore alla gamba diventato insopportabile e ne è uscito qualche ora dopo in coma, per poi essere trasportato d’urgenza in elicottero al Papa Giovanni» dove, nonostante il prodigarsi dei medici e un intervento per arginare l’emorragia cerebrale, è morto venerdì pomeriggio. Due giorni scarsi: leucemia fulminante. Una notizia che ha creato sgomento, riaprendo quei sentimenti contrastanti di rabbia e smarrimento che Ardesio aveva già dovuto purtroppo assaporare, amarissimi, cinque anni fa. Era il 2018 e il paese del santuario delle Grazie si stringeva intorno alla famiglia di Luigi Zanoletti, morto a 14 anni appena, schiacciato tra due pullman alla stazione di Gazzaniga. Stava tornando a casa dopo le lezioni all’Isiss di Gazzaniga, la stessa scuola di Diego. Tanti ancora ricordano il silenzio che aveva avvolto la chiesa e il sagrato, quel 27 settembre per il suo funerale.

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Come cinque anni fa

Così anche in questo settembre 2023. Tante domande, «un dignitoso silenzio calato su di noi, persino gli animali sentono che in noi uomini c’è qualcosa che non va, qualcosa che ci turba che non ci fa più chiacchierare ai crocicchi della strada, qualcosa che ci fa eliminare tutte le chiacchiere futili e ci riporta all’essenza di questa vita così bella e fragile che abbiamo nelle mani e che talvolta non apprezziamo perché data per scontata».

Lo dice, l’ha scritto, il parroco don Antonio Locatelli, quasi scusandosi se, questa domenica, i fedeli sul foglio degli avvisi non troveranno il commento al Vangelo, ma una lettera, un commento che è quanto di più necessario e bello possano trovare anime smarrite per una morte così improvvisa e spiazzante. «Il paese sembra fermo, paralizzato – scrive il parroco –, ma in questi giorni il nostro cuore è in movimento, perché soffre, perché arrabbiato, perché vuole aggrapparsi a qualcosa o a Qualcuno. È il tempo del silenzio, dell’accorgersi di quello che siamo, delle persone che abbiamo accanto, il tempo della condivisione del dolore e della preghiera, il tempo delle lacrime e di un abbraccio».

Ecco quindi che, dopo il rosario in santuario giovedì sera per chiedere alla Madonna delle grazie di accompagnare Diego nelle sue ultime ore – i medici erano stati chiari su quanto grave fosse la situazione – e dopo l’incontro della sera successiva con gli adolescenti, oggi invece alle 20 sarà la casa di Diego ad accogliere la veglia di preghiera. Tutti intorno a lui che non c’è più.

Anzi no, perché è Diego che, dice don Antonio, ci fa chiedere «ho ricevuto tanto da te, ma quanto posso donarti ora? La mia vita è preziosa e come la sto giocando? Sono pensieri di questi giorni confusi ma che escono nel vedere i nostri ragazzi smarriti, confusi che hanno trovato rifugio davanti alla Madonna, pensieri a cui abbiamo dato voce perché non possono restare fantasmi della loro anima, emozioni forti in questa vita che sta esplodendo che necessitano di essere ordinati, lacrime e anche un po’ di pace, momenti dolorosi ma unici in un abbraccio, in una carezza mandata forse proprio da Diego che dal Cielo sta curando i suoi amici con il suo sorriso. Darà loro la forza di non mollare, di continuare a sentirlo vicino perché se il suo corpo si è fermato, il suo amore che ora è in Dio, continuerà come una tempesta di bene ad arrivare nella nostra vita proprio quando meno ce lo aspettiamo, come una sorpresa, come un regalo, perché un figlio, un amico, un fratello, un nipote... in fondo che cosa è? Semplicemente dono per la nostra vita».

«Coccolerai la nostra anima»

Lo sottolinea anche la famiglia: «Grazie Diego, sei proprio un bravo ragazzo, il tuo sorriso ci accompagnerà ogni giorno nei nostri cuori e coccolerà la nostra anima. Ti amiamo e ti affidiamo a Gesù», hanno scritto nel necrologio papà Battista e mamma Anna con i figli più piccoli Erika e Stefano, le nonne, gli zii e i cugini.

Intorno a loro «il paese starà loro vicino – assicura il sindaco Caccia –: siamo tutti sconvolti per la morte di Diego e il paese si è fermato» così come hanno fatto ieri ai Prati Mini di Clusone anche gli atleti in gara ai campionati regionali individuali Fidal della categoria allievi. Si sono fermati per un minuto di silenzio, più forti di questa «tempesta gelida – si legge ancora sul foglio “Portami a casa” della parrocchia – che, pur nella fine estate, congela il nostro cuore rendendolo quasi incapace di gesti e parole».

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