Bollette alle stelle, per lo sci rischio di una stagione in rosso

Orobie. Costi energetici quadruplicati, i gestori chiedono aiuto allo Stato. Oneroso l’innevamento programmato. «Non possiamo scaricare sui clienti gli aumenti». Su L’Eco in edicola sabato un’ampia analisi di tutte le stazioni delle Orobie.

La stagione invernale alle porte dovrebbe essere quella del riscatto per gli impianti sciistici, la stagione per ridare fiato al settore, ma incombe l’incubo bollette (per energia elettrica ma anche per il gasolio usato per i battipista) più che triplicate negli ultimi due anni. E destinate ancora ad aumentare soprattutto da questa stagione. I gestori si dicono comunque pronti ad aprire le stazioni: la prima incognita sarà quella dell’innevamento programmato che, in caso appunto di neve dal cielo, metterebbe le stazioni in forte difficoltà.

Agli Spiazzi di Gromo una fattura energetica quasi normale del dicembre del 2020 si aggirava sui 35mila euro, raddoppiati nel 2021 con una previsione drammatica per il 2022: «Considerando il mese di dicembre, quello in cui l’impianto di innevamento ha funzionato per preparare le piste per l’apertura della stagione e in attesa della neve vera, nel 2020 abbiamo pagato 35 mila euro, la fattura dell’anno dopo era già di 70mila - spiega AlLessandro Testa della Iris che gestisce gli impianti degli Spiazzi di Gromo dove sono in corso i lavori di realizzazione del nuovo laghetto per l’innevamento - e quest’anno, se dovremo mettere in funzione l’impianto di innevamento purtroppo prevediamo una spesa di 100-130mila euro. Cifre assurde. Se non si farà qualcosa saremo tutti in forte difficoltà. Non ci resta che sperare che nevichi».

Anche in Monte Pora si stanno facendo riflessioni sui costi, lievitati. «Non possiamo trasferire gli aumenti sui consumatori, stiamo facendo opportune valutazioni e nelle prossime settimane pubblicheremo i costi di stagionali e skipass – spiega Maurizio Seletti, amministratore delegato di Irta -. Sul fronte aiuti, dal governo si parla di credito d’imposta per ottobre e novembre, per aiutare nel momento dell’avvio degli impianti. Confidiamo che venga prolungato anche a dicembre».

In Presolana si punta a «razionalizzare al massimo i consumi – spiega Lorenzo Pasinetti della neve – utilizzeremo l’impianto di innevamento, che incide molto sui costi, se sarà necessario, nelle ore notturne, quando costa meno».

I costi sono però lievitati: nella stagione 2019-2020 abbiamo speso 450 mila euro, prevediamo di spendere 2,5 milioni di euro nella prossima.

Preoccupazione anche in Valle Brembana per gli aumentati costi energetici, per innevamento e funzionamento degli impianti. «Noi apriremo comunque - dice l’amministratore del comprensorio di Valtorta-Piani di Bobbio Massimo Fossati - con la neve naturale o con quella programmata. I costi sono però lievitati: nella stagione 2019-2020 abbiamo speso 450 mila euro, prevediamo di spendere 2,5 milioni di euro nella prossima».

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