Bolli fluo in Presolana per la corsa solidale. S’accende la polemica

CASTIONE DELLA PRESOLANA. I segni messi per guidare di notte i partecipanti dell’Everesting di fine luglio. Il sindaco: mancanza di rispetto per la montagna. Il Cai: «Li stiamo togliendo».

La via delle vie. Amata, stupenda. E ora anche fluo, motivo per cui lunedì, sulla Presolana, è tirata aria di tempesta. In particolare sulla via Normale, quella che dalla Grotta dei Pagani sale sulla cima posta a 2.521 metri di quota, aperta nel 1870 da Carlo Medici, coraggioso e leggendario pioniere delle scalate.

Succede che, per l’Everesting che si è svolto il 29 e 30 luglio tra il rifugio Carlo Medici e la vetta della Presolana, la Normale sia stata punteggiata da bolli di colore arancione fluorescente. Un pugno nell’occhio, ha sbottato qualcuno. Segni che, per il sindaco di Castione Angelo Migliorati, dimostrano «un comportamento vergognoso e di mancanza di rispetto per la montagna e per la Presolana, da parte degli organizzatori di Everesting. Se si organizzano eventi solo per smanie di protagonismo – aggiunge il sindaco – imbrattando la Presolana, si abbia il buon senso di scusarsi e di provvedere al più presto a rimuovere la vernice».

La versione del Cai

Le scuse arrivano e a porgerle attraverso questa pagina è il Cai di Bergamo che ha organizzato la manifestazione, ma ormai in Presolana – è il caso di dirlo – è allerta arancione. Arancione ad alta visibilità: i bolli – dai 20 ai 25 al massimo, dicono dal Cai – erano stati dipinti sulla Normale per orientare i partecipanti, una sessantina, alla non competitiva che ha visto partire i primi alle 3 di notte e poi su e giù in staffetta per dieci volte dal rifugio Carlo Medici fino alla vetta della «Regina delle Orobie», in modo da raggiungere la fatidica cifra di 8.848 metri, tanti quanti l’altezza della vetta dell’Everest, anzi superarla fino ai 9.021. Il tutto con una finalità benefica: raccogliere fondi da destinare alla «Casa della montagna» in fase di costruzione a Peñas, in Bolivia.

Bella manifestazione, due giorni di solidarietà e amicizia, ma anche uno strascico di proteste per una vernice che non ne vuole sapere di sciogliersi alla prima pioggia. Il j’accuse che ha fatto puntare i fari sulla Regina delle Orobie arriva da Matteo Piccardi, guida alpina di Castione, che sui social – ripostato da Migliorati – nei giorni scorsi ha denunciato: «Una via normale percorsa per la prima volta dalla Guida alpina Carlo Medici nel 1870 non ha certo bisogno di essere imbrattata come un muro di cemento da bombolette spray. Se oggi non siamo in grado di salire e scendere senza bolli arancio fosforescente e frecce direzionali dalle montagne è meglio che stiamo a casa o andiamo a mangiare polenta e strinù. Chiunque sia stato a pensare, ad eseguire materialmente questo scempio lo ritengo un vandalo arrogante».

Pare che la segnalazione non abbia fatto dormire più di una persona, in Valle Seriana, salita l’indomani in vetta per testare la resistenza della vernice e cominciare l’opera di ripristino, il che dovrebbe sventare quanto il sindaco Migliorati aveva intenzione di fare: «Chiederò al Parco delle Orobie e alla Soprintendenza ai beni ambientali di valutare il danno ambientale e di sanzionare l’organizzazione».

Gran parte dei bolli – assicurano dal Cai – è infatti già stata cancellata, e oggi si dovrebbe completare il lavoro. «Stiamo facendo di tutto per ripristinare le condizioni normali della via – spiega Paolo Valoti, alla guida dell’Unione bergamasca sezioni e sottosezioni del Cai, interpellato sulla questione –. Da organizzatore dell’Everesting mi assumo la responsabilità personale di ciò che è accaduto, ma anche l’impegno a ripristinare le cose così come erano prima». Precisando però anche che «qualcuno sta mescolando segni fatti decenni fa, tra cui alcuni bolli di colore diverso e le frecce direzionali, con quelli fatti recentemente. Fa comunque specie che, a fronte di un lavoro di ripristino, perché ci si è resi conto che quanto fatto non era in armonia con l’ambiente, si debba assistere a reazioni anche violente».

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