Due mesi fa l’investimento
Muore 79enne di Presezzo

A distanza di due mesi dall’incidente Maria Laura Veraldi non ce l’ha fatta. È morta l’8 marzo all’ospedale di Piario dove era stata trasferita il 28 febbraio dall’istituto di Vertova a seguito di complicanze e di una crisi respiratoria che ne hanno drammaticamente e repentinamente aggravato il quadro clinico.

Poco meno di un mese fa, quando era stata appena trasferita dal Papa Giovanni all’istituto di riabilitazione Fondazione Gusmini di Vertova, sembrava che le possibilità di salvezza di Maria Laura Veraldi, 79 anni, investita da una Hyundai Tucson la mattina del 9 gennaio mentre attraversava via Vittorio Veneto a Presezzo, fossero più concrete. A distanza di due mesi dall’incidente la signora Veraldi non ce l’ha fatta. È morta l’8 marzo all’ospedale di Piario dove era stata trasferita il 28 febbraio dall’istituto di Vertova a seguito di complicanze e di una crisi respiratoria che ne hanno drammaticamente e repentinamente aggravato il quadro clinico.

Il decesso della donna, a due mesi di distanza dall’incidente, potrebbe cambiare il quadro anche dal punto di vista penale. Subito dopo l’incidente e il trasporto d’urgenza della signora al Papa Giovanni in codice rosso, la Procura aveva aperto un fascicolo per lesioni stradali gravissime a carico del conducente della Hyundai, un 46 enne di Mozzo, che quella mattina aveva travolto l’anziana, finita nell’impatto sul cofano dell’auto e poi sbalzata a terra per una decina di metri. Ma la morte di Maria Laura Veraldi potrebbe indurre il pm Antonio Pansa a riqualificare l’ipotesi di reato in omicidio stradale e presumibilmente a disporre un’autopsia sul cadavere della signora dopo la richiesta depositata ieri mattina dall’avvocato Marco Frigo, legale delle figlie della donna e responsabile dell’area sinistri dello Studio 3A di Mestre. Dovesse essere disposta, l’autopsia potrebbe chiarire meglio anche eventuali complicanze cliniche subentrate nel corso della degenza della donna, ed eventuali legami con il Coronavirus anche se i legali della famiglia spiegano che «allo stato non ci sono elementi per ipotizzare il virus come causa o concausa del decesso». La signora era stata ricoverata al Papa Giovanni con fratture plurime ed emorragie interne. Un mese dopo, l’11 febbraio, era stata trasferita, senza mai essere stata dimessa, a Vertova dove dopo alcuni segnali incoraggianti la situazione si era complicata fino al trasferimento all’ospedale di Piario a fine febbraio.

Qui le condizioni sono progressivamente peggiorate fino all’epilogo di domenica. Tragedia nella tragedia, mentre la moglie lottava tra la vite e la morte, il 22 febbraio è scomparso anche l’86 enne marito Andrea Grignani dopo una crisi respiratoria, apparentemente non legata al Coronavirus. Le figlie Francesca e Stefania non hanno mai potuto comunicarlo alla madre.

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