Investito, Gazzaniga piange Bonarini
Il figlio: «Lasciato morire da solo in strada»

La vittima dell’incidente di sabato pomeriggio a Vertova è Achille Bonarini, 90 anni, che abitava a Gazzaniga, molto conosciuto in paese. Il giovane di Cene al volante dell’auto che si era allontanata dopo l’incidente si era costituito: denunciato.

I carabinieri erano già riusciti a risalire a lui dopo che, a Vertova, aveva investito un anziano in via Don Ferrari ed era fuggito. Sabato pomeriggio erano andati a bussare alla sua porta, ma non era in casa. È stato il padre, poche ore dopo, ad accompagnarlo in caserma a Fiorano, dove si è costituito. Il ragazzo, 22 anni di Cene, incensurato è stato denunciato per omicidio stradale e omissione di soccorso. Nell’incidente ha perso la vita un pensionato di Gazzaniga, Achille Bonarini di 90 anni, molto conosciuto in paese. «Sono sconvolto per quello che è successo – spiega il figlio Paolo, con cui l’anziano viveva in vicolo Scaletta –. Mio padre è stato lasciato morire da solo in strada. Mi hanno detto che il ragazzo che l’ha investito è incensurato, un bravo ragazzo, è assicurato, ma non riesco a capire come si possa fare una cosa del genere, investire un povero anziano e scappare senza fermarsi a soccorrerlo». Ieri Paolo, insieme al suo avvocato, è andato all’ospedale «Papa Giovanni» per identificare la salma.

Il corpo del pensionato è in camera mortuaria a disposizione del magistrato, che deciderà se disporre l’autopsia. Prima del riconoscimento ha voluto andare sul luogo dell’incidente, accaduto alle 15,30 ma di cui ha avuto notizia solo quattro ore dopo. «Mio papà amava camminare, anche per questioni di salute faceva ogni giorno una decina di chilometri a piedi – racconta –. Sabato è uscito alle 14 per fare la sua solita passeggiata, ma alle 19 non era ancora tornato e così ho cominciato a preoccuparmi, anche perchè aveva il vizio di non portarsi mai i documenti. Ho chiamato parenti e amici della zona, per sapere se l’avevano visto, e mi hanno detto che c’era stato un incidente a Vertova con un anziano investito. Ho chiamato i pronto soccorso dei vari ospedali e al Papa Giovanni mi hanno detto che era arrivato un uomo di circa 80 anni. Ho pensato che non poteva essere mio padre, allora sono andato dai carabinieri di Fiorano che mi hanno mostrato le chiavi di casa e alcuni indumenti che indossava l’uomo investito, e ho capito che era lui. In effetti era in forma, poteva dimostrare dieci anni di meno».

Stando a una prima ricostruzione il ragazzo avrebbe investito Bonarini mentre viaggiava nella stessa direzione di marcia, verso Vertova. L’anziano camminava a bordo strada poco dopo il parcheggio antistante il bar Centauri, al confine con Fiorano. L’urto sarebbe stato molto violento, tanto che Bonarini è stato scaraventato contro un palo della segnaletica, piegandolo, e ha oltrepassato il muretto di cemento finendo sulla ciclabile. Per il novantenne non c’è stato nulla da fare, le ferite riportate erano troppo gravi e quando sono arrivati i soccorritori hanno solo potuto constatarne il decesso. La salma è stata portata al «Papa Giovanni». «Era un uomo molto attivo, solare, parlava con tutti – ricorda la figlia Ivana –. Amava leggere qualsiasi cosa, dai libri ai giornali, alle riviste. Si teneva sempre informato e gli piaceva stare con i giovani: non si sentiva vecchio e non ha mai voluto andare al centro anziani». «Mio padre aveva fatto tanti lavori, dal falegname al meccanico, era stato anche cinque anni in Svizzera – aggiunge Paolo –. In tanti mi hanno chiamato per dirmi che erano sotto choc per quello che è successo. È un uomo che ha lavorato tutta la vita per fare la fine che ha fatto: non è giusto».

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