L’addio di Leffe a Rosetta, una vita spesa per la famiglia

IL LUTTO. Rosetta Pedrini, moglie di Ginetto Zambaiti, collaborò nella gestione del Cotonificio. Un amore iniziato settant’anni fa. Una nipote: «Era estremamente dolce».

Mamma, anzitutto. E nella sua veste di sposa, anche impegnata nella gestione dell’azienda di famiglia. La comunità di Leffe si è riunita nel pomeriggio di sabato 20 gennaio per dare l’estremo saluto a Rosetta Pedrini, moglie di Ginetto Zambaiti, per anni titolare del «Cotonificio Zambaiti», che rilevò da suo padre negli Anni Cinquanta, dopo un passato da calciatore.

Rosetta è mancata venerdì, all’età di 87 anni, nella sua abitazione in seguito a una malattia che negli ultimi mesi l’aveva debilitata. Al suo capezzale, sino all’ultimo, oltre al marito, anche i figli Olga, moglie di Angelo Radici presidente di «RadiciGroup», e Gino, insieme agli adorati nipoti.

«Rosetta è qui davanti a noi in una bara, ed è stata una mamma – ha sottolineato durante l’omelia don Pietro Gelmi, sacerdote di Leffe, dove è collaboratore pastorale – . Quando muore una mamma, viene a mancare un capolavoro della natura, della provvidenza. È quella che dalla vita ha imparato maggiormente ad amare, ventiquattro ore al giorno e a tutto tondo». Originaria di Villa d’Almè, si trasferì in Valgandino dopo aver sposato il marito Ginetto. Un grande amore il loro, iniziato settant’anni fa, coronato dal matrimonio tre anni dopo. Molto dedita alla famiglia, Rosetta collaborò anche con il marito nella gestione dell’azienda.

«Ha dedicato la sua esistenza alla nostra famiglia – ricorda Mariella Radici, una dei nipoti –: ha avuto la fortuna anche di diventare bisnonna e godersi a pieno una grande famiglia. Era una persona estremamente dolce e affettuosa, e noi abbiamo potuto starle accanto sino all’ultimo. Voleva riuscire a comunicare con i giovani, tant’è che aveva preso lezioni per imparare a usare i social e si era iscritta su diverse piattaforme».

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