Cronaca / Valle Seriana
Venerdì 05 Dicembre 2025
Leffe dice addio a Zambaiti, roccia per l’impresa e la famiglia
IL LUTTO. Ginetto avrebbe compiuto 93 anni martedì 9 dicembre, guidò a lungo il Copertificio. I suoi ex dipendenti i primi ad arrivare alla camera ardente, il ricordo dei figli.
Dopo una vita a dribblare gli avversari in campo e a fare gol con le sue imprese, si è spento nella mattinata di giovedì 4 dicembre, nella sua casa al confine tra Leffe e Cazzano, Luigi Zambaiti detto Ginetto, storica figura dell’imprenditoria bergamasca e in particolare del settore tessile.
Avrebbe compiuto 93 anni martedì 9 dicembre, ma il lento peggioramento di un’insufficienza renale non gli ha dato scampo. «E tuttavia – racconta il figlio Angelo Gino Zambaiti – fino a due giorni fa, quando era ormai allettato, ha voluto che gli leggessi i giornali ed è sempre rimasto attento a tutte le vicende economiche. Pensi che a un certo punto mi dice: “mi leggi i titoli?” e io attacco con la vicenda Monte dei Paschi e Mediobanca. “No, no”, mi dice lui “voglio i titoli delle azioni, dimmi chi sta andando bene e chi sta scendendo”». Un uomo insomma che fino all’ultimo ha avuto nel sangue il lavoro, la produzione, la fabbrica.
Dal pallone alla fabbrica
All’inizio non era così. «Da ragazzo – ricostruisce il figlio – si era trasferito a Milano perché giocava a calcio: era cresciuto nelle giovanili dell’Inter e aveva debuttato in prima squadra, disputando con i neroazzurri un paio di campionati all’inizio degli anni ’50. Poi era stato ceduto in prestito alla Fiorentina... Aveva poco più di vent’anni ma suo padre, mio nonno Angelo, lo chiamò dicendogli che doveva dargli una mano per aiutarlo nell’impresa tessile che aveva avviato: quel primo laboratorio di tessitura era simile a quello di tanti altri “coértì”, ma con l’arrivo di mio padre si specializzò nella produzione di coperte e di biancheria per la casa».
«Trasmetteva la passione per l’impresa»
Luigi Ginetto Zambaiti era il primo di sette tra fratelli e sorelle: «Mano a mano che anche i miei zii entravano in azienda, lui insegnava il lavoro, trasmetteva la passione per l’impresa e coltivava lo spirito imprenditoriale che si respirava in famiglia». Uno dopo l’altro, i fratelli si mettevano in proprio mentre Luigi Ginetto è sempre rimasto al timone del «Copertificio Zambaiti» di Leffe, proseguendo l’attività avviata dal padre, mentre gli altri hanno avviato cotonifici oppure aziende specializzate nel commercio all’ingrosso del tessile e nella produzione di carta da parati.
Il burraco e il bridge
«Quindici giorni fa ha giocato le ultime partite di burraco e di bridge, è sempre stato in perfetta salute e autonomo in tutto»
«Mentre portava avanti il Copertificio – aggiunge il figlio Angelo Gino – giocava ancora a calcio, ma a livello amatoriale, qui nella squadra del paese a Leffe. Sarà per quello che è arrivato a 92 anni in piena forma: quindici giorni fa ha giocato le ultime partite di burraco e di bridge, è sempre stato in perfetta salute e autonomo in tutto».
Aveva smesso di lavorare alla fine degli anni ’80, passando il testimone ai figli: oltre ad Angelo Gino, la figlia Olga (moglie di Angelo Radici). «Abbiamo portato avanti il Copertificio ancora per qualche anno, poi abbiamo dovuto arrenderci di fronte alla crisi del tessile. Ma anche in quegli anni difficili, il papà veniva sempre a trovarci».
«Onesto e umile»
«Apparteneva alla generazione di quelli che avevano vissuto la guerra e per questo quando ti raccontava qualcosa sentivi che erano racconti di vita vera e autentica»
Ripensando all’imprenditore, il figlio lo definisce «profondamente onesto e trasparente; oggi (giovedì 4 dicembre, ndr) i primi ad arrivare nella sua casa dove è allestita la camera ardente sono stati i suoi ex dipendenti: non li vedevo da quarant’anni e non so neppure come abbiano fatto a sapere della scomparsa del papà, ma sono subito arrivati a rendergli omaggio».
Ricordando l’uomo, la figlia Olga ricorda così il papà: «Modesto, umile e mite, uno che non amava la vita mondana. Mio padre era un uomo profondamente colto, innamorato della musica jazz. Apparteneva alla generazione di quelli che avevano vissuto la guerra e per questo quando ti raccontava qualcosa sentivi che erano racconti di vita vera e autentica. Per la nostra famiglia è sempre stato una roccia, un punto di riferimento imprescindibile. Era appassionato della natura e se ne è andato serenamente a raggiungere la sua amata Rosetta».
I funerali sabato 6 dicembre
L’imprenditore di Leffe era rimasto vedovo a inizio 2024, quando se ne era andata Rosetta Pedrini Zambaiti, che aveva collaborato con il marito nella gestione del Copertificio. I funerali di Luigi Ginetto Zambaiti saranno celebrati sabato 6 dicembre alle 15 nella chiesa parrocchiale di Leffe.
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