Missione: tagliare le code sulla 671. I sindaci d’accordo: via il semaforo

LA STATALE SERIANA. I primi cittadini della media valle aprono all’ipotesi di eliminare a Casnigo il rosso che causa incolonnamenti. Le proposte «facili» presto saranno sottoposte ad Anas. L’approfondimento su L’Eco di Bergamo in edicola venerdì 2 febbraio.

Semaforo di Casnigo, uscita da Gazzaniga, ponte vecchio di Cene. Sono tre delle 10 proposte «facili» per snellire il traffico sulla Statale 671, pubblicate il 14 gennaio scorso su queste pagine e che impegnano in queste settimane il dibattito, in Valle Seriana. Dieci punti – l’allargamento delle curve della Selva ma anche dell’incrocio di Ponte Selva, l’eliminazione del semaforo di Casnigo-Colzate, l’uscita al Ponte vecchio di Cene, interventi per garantire più visibilità nelle gallerie di Albino e Montenegrone, l’uscita di Albino all’altezza della Cupola, l’immissione da Pedrengo, a Seriate lo svincolo tra la 671 e la 42 e il semaforo della Martinella – su cui i pendolari ma anche il mondo dell’industria e le istituzioni si stanno confrontando.

Due settimane fa

I dieci interventi messi in fila da Agostino Piccinali, dirigente del Gruppo Scame, insieme al presidente della Comunità montana Gian Pietro Calegari, il consigliere regionale Michele Schiavi e Martino Bigoni, coordinatore del gruppo Facebook «Viabilità in Valle Seriana» saranno presto sottoposti ad Anas per verificarne la fattibilità e messa in agenda, non prima però «di aver raccolto direttamente dai sindaci – spiega il consigliere regionale Schiavi – spunti e opinioni». Intanto la nostra doppia pagina dello scorso 14 gennaio ha sollecitato «alcuni pendolari e industriali – prosegue Schiavi – che ci hanno sottoposto altri punti critici, come ad esempio la rotatoria di Alzano: qui sarebbe utile rivedere la segnaletica, perché in tanti non capiscono di avere la precedenza, salendo da Bergamo».

In media valle il nodo più spinoso è senz’altro rappresentato dal semaforo che per tutti è il «semaforo di Colzate», ma che qui precisano invece essere, una volta per tutte, il semaforo di Casnigo. Lo dice il sindaco di quest’ultimo paese, Enzo Poli: «Il confine tra i due comuni è rappresentato dal fiume, il semaforo è sotto Casnigo». Un impianto che ogni giorno crea rallentamenti sulla 671, in funzione nei giorni feriali e lampeggiante nei weekend, che ora si propone di eliminare o – quantomeno – lasciare ma con svolta esclusivamente a destra. Un’ipotesi che non vede affatto contrari i sindaci della zona.

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Partendo dal «padrone di casa» quindi, Poli dichiara: «Quando sono diventato sindaco, nel 2018, quel semaforo era della Provincia, ma la manutenzione spettava a Casnigo. Ho chiesto che fosse rifatto e con 35mila euro è stato aggiornato, ma non si è risolto il problema dal punto di vista viabilistico. Eliminarlo? Per Casnigo non ci sarebbero problemi – risponde Poli –: a me pare che crei più disagi l’uscita da Gazzaniga, al Portico». Poli fa presente anche un’altra criticità: «La rotatoria di Casnigo andava fatta più a monte – spiega –, dove si poteva realizzare uno svincolo tipo quello di Fiorano. Comunque guardiamo l’intera valle: ho constatato che anche a Nossa la nuova rotatoria non ha tolto la colonna. Poi c’è la famosa uscita del Montenegrone» che secondo Piccinali, Calegari, Schiavi e Bigoni è tra i punti ritoccabili. Sindaci sul pezzo, insomma.

Anche per il collega di Vertova Orlando Gualdi «non ci sono problemi a togliere il semaforo – afferma –: il nostro disagio ora è rappresentato dal ponte di Fiorano che non sistemano (nei giorni scorsi è iniziata la preparazione del cantiere, ndr), tutto il traffico della Val Gandino arriva da noi». Eliminando invece il semaforo di Casnigo, «i cittadini di Vertova utilizzerebbero la rotatoria, non vedo il problema. Quelli di Colzate, invece, per andare in paese dovrebbero scendere fino a Vertova: potrebbero essere gli unici ad aver qualcosa da ridire». Cosa che invece, per bocca della loro sindaca, non è: «Per il nostro paese non è un problema – afferma la prima cittadina di Colzate, Adriana Dentella –, siamo aperti a ogni soluzione. Senza semaforo o comunque eliminando la svolta a sinistra si tratterebbe, per chi deve andare in direzione Clusone, di allungare il tragitto di un centinaio di metri fino alla rotatoria di Vertova, ci si può ragionare».

Cene e Gazzaniga

Fra le 10 proposte anti-code figura anche la chiusura dell’entrata, per chi sale da Bergamo, al ponte vecchio di Cene, riservando lo spazio ora adibito a rampa all’allungamento della corsia di immissione per chi sale da Albino. «Una proposta vecchissima» commenta il sindaco di Cene Edilio Moreni. Ma l’addio all’uscita del ponte vecchio per il primo cittadino non è possibile senza un’alternativa, vale a dire «un cavalcavia: il punto non è eliminare l’accesso, ma scavalcare il ponte – precisa –, perché l’attuale uscita al ponte è utile, e già la Provincia così l’aveva ritenuta, per creare un collegamento tra la 671 e la provinciale 40 della Valle Rossa». Sta di fatto che a 300 metri da lì si può uscire anche in zona caserma dei Vigili del fuoco oppure prima salendo, a Cene Sud, subito dopo le gallerie di Albino. Questione di abitudini e distanze. Più critico sulla proposta che riguarda il suo territorio – ma con un distinguo, anche qui – è il sindaco di Gazzaniga Mattia Merelli. Il team che ha stilato la decina di punti da rivedere sulla 671 ha inserito anche l’uscita da Gazzaniga sulla via Cesare Battisti, in località Portico, prospettando di eliminarla. «Come territorio ricade però sul comune di Albino – precisa Merelli – ed è a servizio soprattutto delle case di Rovaro di Albino», ma anche di chi già si trova in zona Anesa e benzinaio prospiciente. «Questo punto non provoca incolonnamenti – riflette Merelli –: eliminando l’uscita si sposterebbe il problema verso la rotatoria di via IV Novembre, vicina al centro, da cui poi si deve imboccare l’uscita sulla 671. Il vero problema della 671 è il tanto traffico, su una strada ormai insufficiente».

Gallerie

Capitolo gallerie: Anas conferma l’intervento di ammodernamento ed efficientamento degli impianti alla Montenegrone, con conclusione nel corso del 2025. I lavori, da tre milioni di euro, sono stati finanziati con fondi dalla legge di bilancio 2022 e allo stato attuale, ha risposto Anas a Schiavi, «sono in corso di svolgimento le attività propedeutiche all’affidamento della progettazione esecutiva». Intanto nei giorni scorsi, ma di notte, le gallerie sono state sottoposte a ispezione.

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