Processo Calcioscommesse
Per Signori scatta la prescrizione

L’ex bomber di Villa di Serio e altri 4 assolti a Cremona. «Scommettevo in modo leale, senza truccare le partite».

Dopo Cristiano Doni, anche per Beppe Signori i reati si sono prescritti. È calato definitivamente il sipario sul processo calcioscommesse a Cremona, sopravvissuto fino a martedì 15 dicembre solo nei confronti dei 5 indagati ritenuti i promotori e gli organizzatori dell’associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva (per Doni e altri 30 la prescrizione era intervenuta nel 2019).

Il tribunale, su richiesta del pm Davide Rocco, ha emesso sentenza di non doversi procedere perché il reato si è estinto per intervenuta prescrizione. Oltre all’ex calciatore serbo Almir Gegic, all’ex capitano del Bari Antonio Bellavista e al corriere Valerio Giosafatte, c’erano fra gli imputati Signori, bergamasco di Villa di Serio ed ex bomber di Foggia, Lazio e Bologna oltre che della nazionale vicecampione del mondo nel 1994, e Marco Paoloni, ex portiere della Cremonese, già assolto dalla accusa di aver «drogato» con ansiolitico Minias i suoi compagni durante l’intervallo di Cremonese-Paganese del 14 novembre 2010, la partita da cui è nata la maxi indagine sul calcio scommesse.

Signori è stato l’unico a presentarsi in aula rilasciando dichiarazioni spontanee. «Mi piaceva scommettere, ma l’ho sempre fatto in modo leale e non ho mai truccato alcuna partita. Mi hanno rovinato la vita solo perché il mio nome garantiva interesse mediatico», ha sostenuto davanti ai giudici.

«Anni d’inferno – ha aggiunto Signori fuori dal tribunale –, nel senso che la mia vita è cambiata in tutto. Stress, situazioni di disagio in tutto e per tutto. Oggi la vedo in maniera diversa perché sono passati 9 anni, ma vorrei che i miei figli mi vedessero come un padre di cui hanno stima e non come uno che andava a comprare le partite». L’ex bomber non ha rinunciato alla prescrizione. «Continuare il processo noi soli sarebbe una pazzia – ha commentato il suo avvocato Patrizia Brandi –. Quanto andremmo ancora avanti? Due, tre anni? Su sessantamila intercettazioni telefoniche non ve n’è una di Signori, il quale non ha mai cambiato utenza».

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