Sculture di ghiaccio: Bergamo sul podio di «Gias e Nef» - Le foto

Valbondione. Torna dopo due anni la manifestazione di arte «gelata»: otto le opere in gara. Il primo posto è stato assegnato alla riproduzione di Città Alta creata da Gaspari e Darconza.

Bergamo sul podio di «Gias e Nef» a Valbondione. Lo ha decretato la giuria che domenica 29 gennaio ha passato in rassegna le otto sculture di ghiaccio della settima edizione della manifestazione, tutte ispirate al tema «Bergamo e Brescia capitale della cultura 2023». Il primo premio è andato all’opera realizzata da Andrea Gaspari e da Bruno Darconza. Un’opera che rappresenta Città Alta di Bergamo, scolpita nel ghiaccio. La manifestazione ha registrato un vero successo, favorito sia dalla bravura degli artisti sia da temperature molto basse (5-7 gradi sotto lo zero), che hanno facilitato la realizzazione e la conservazione delle sculture di ghiaccio, ammirate da centinaia di persone. Le otto sculture - una posizionata a Fiumenero, cinque a Bondione capoluogo e due a Lizzola – sono state realizzate in coppia da 16 artisti.

I soggetti e gli autori

A Fiumenero Gianpaolo Pasini di Piario e Mauro Ferrari, di Verona, hanno rappresentato, con la loro opera, titolata «Predestinati»,tre libri raffiguranti, allegoricamente, uno la lingua latina, un secondo quella italiana e il terzo i dialetti bergamasco e bresciano con la scritta «Pota» e «Gnari». A Bondione, Parco di Via Mes , Gibo Gibellini e Pietro Formenti, di Lecco, hanno scolpito nel ghiaccio la città di Brescia, mentre Andrea Gaspari e Bruno Darconza, sempre di Lecco, in contrada Santa Elisabetta, una veduta di Bergamo, Città Alta (prima classificata). A Casa Corti Laura Spreafico di Clusone ed Elio Maffeis di Ponte Nossa hanno scolpito un leone, simbolo di Brescia. Nei pressi del Monumento ai Caduti, Diego Commissati, di Lecco, e Lorenzo Crimella, di Seregno Monte Brianza, hanno raffigurato Porta San Giacomo, di Città Alta. Davanti all’oratorio Demetrio Pittau e Giovanni Lodi Rizzini, di Carugate, hanno proposto la Cultura e la pace, con mani di bergamaschi e bresciani che si stringono. A Lizzola, quartiere Ronchi, Manuel Gualandris e Stefano Rizzini di Settala (MI) hanno raffigurato lo stemma della famiglia dei Tasso, mentre Umberto Gaiti di Fiumenero e Nicolò Moioli, di Parre, nel quartiere Manina, la funicolare che porta in Città Alta.

I ringraziamenti

Il consigliere delegato al turismo, Alessia Moraschini, a nome dell’Amministrazione comunale e del sindaco, Romina Riccardi, impossibilitato a partecipare, a conclusione della manifestazione, ha dichiarato: «Ringrazio di cuore gli artisti che ci hanno onorato della loro presenza, l’Ufficio Turistico, la parrocchia, l’oratorio, la biblioteca, le Associazioni di volontariato, artigiani e commercianti che, con la loro presenza e con il loro impegno, hanno contribuito alla buona riuscita della manifestazione».

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