Un tremito che cambia la vita: Diego racconta 13 anni con il Parkinson

STORIE. Diego Ortelli, 50 anni di Villa di Serio, ha messo nero su bianco la sua esperienza di malato. Nella pubblicazione «Siamo fragili» l’occasione per conoscere la lotta quotidiana dei parkinsoniani.

«I media che dicono? Come mai non se ne parla?». Raccogliamo l’accorato appello di Diego Ortelli, 50 anni, di Villa di Serio, a raccontare la malattia che l’ha colpito tredici anni fa, il Parkinson. Lui stesso scrive della sua vita con il morbo nel piccolo grande libro «Siamo fragili» (34 pagine), uscito anche come supplemento a «L’incontro», la rivista promossa dall’Aeper, il gruppo di organizzazioni sociali di Bergamo nato negli anni Settanta, la cui sigla significa «Animazione, educazione, prevenzione e reinserimento». È un’opera di educazione parlare di Parkinson, perché la storia di quello che a un certo punto succede a Diego può aprire gli occhi a tutti. Rosella Ferrari, nella Presentazione, lo ringrazia «per la sincerità, il calore, lo smarrimento, il dolore, la paura e la speranza che hai voluto condividere con noi, facendoci un dono immenso».

Un cambio di passo

La scoperta della malattia è stata casuale. Diego è impegnato in un’arrampicata quando un compagno alpinista, mentre sono entrambi legati a una corda su una montagna del Trentino, gli fa una prima diagnosi, schietta, impietosa: «Come mai tremi così tanto? E se non erro il tuo viso da una parte sembra paralizzato! Tu hai il Parkinson!». L’osservazione arriva da un infermiere e lo spinge a fare degli esami che danno la conferma. Da quel momento i ricoveri, il cambio di lavoro e un nuovo passo per affrontare la vita. Senza dimenticare lo sport. Diego infatti vorrebbe partecipare alla maratona di New York.

Leggi di più L’Eco di Bergamo del 23 settembre

© RIPRODUZIONE RISERVATA