«Abitare le età» per invecchiare sereni e non soli

Il Premio. L’associazione nata nel 2016 si è aggiudicata il riconoscimento alla memoria di Carlo Vimercati. Progetto per sostenere giovani «caregiver», 200 i soci.

«Abitare le età» è un’associazione nata nel 2016 dalla volontà di un gruppo di persone provenienti da vari settori che hanno iniziato a pensare a come poter lavorare per progettare un invecchiamento più sereno e sicuro, meno fragile e isolato, con tutti i servizi ad esso collegati. È una delle cinque associazioni vincitrici della quarta edizione del «Premio Bergamo Terra del Volontariato» che lo scorso 5 dicembre ha premiato cinque realtà che si sono distinte per il proprio impegno sul territorio. «Abitare le età» si è aggiudicata la categoria «In memoria di Carlo Vimercati», dedicata ai progetti finanziati nel corso dell’anno dai bandi territoriali di Fondazione della Comunità Bergamasca, con questa motivazione: «Nel 2022 l’associazione ha ricevuto un finanziamento attraverso i bandi territoriali di Fondazione della Comunità Bergamasca per realizzare un progetto di supporto e sostegno agli adolescenti e ai giovani che si trovano ad essere caregiver all’interno del proprio nucleo familiare. La giuria ha scelto di premiarli per la capacità di analizzare e comprendere i bisogni emergenti e per aver scelto di dedicare la propria attenzione alla fascia giovanile, spesso dimenticata quando si parla di caregiver».

L’associazione è attiva su tutti i temi che riguardano in particolare l’invecchiamento e più in generale la fragilità. «Oggi Abitare le età conta più di duecento soci interessati alle tematiche che affrontiamo e venticinque volontari attivi che garantiscono i servizi e costruiscono progettualità innovative – racconta il presidente Franco Greco -. Ci occupiamo in modo specifico delle fragilità legate alle situazioni di invecchiamento, di malattia e di fragilità che si presentano nelle famiglie. Lo facciamo attraverso diverse attività che vanno dallo sportello ai gruppi di parola». Un lavoro che nasce dalla consapevolezza che il welfare pubblico si sta sempre più indebolendo e che l’invecchiamento, invece, arriva comunque ma anche che la popolazione anziana continua ad aumentare.

Le esperienze virtuose

«Piuttosto che stare ad aspettare abbiamo pensato che fosse importante iniziare a costruire delle proposte che partano dal basso e che si basino su una consapevolezza condivisa – spiega Anna Scioti, psicologa e socia fondatrice dell’associazione -. La logica con cui ci proponiamo di lavorare è quella del fare rete, perché i bisogni sono tanti ma sappiamo anche che Bergamo è ricca di esperienze virtuose».

I filoni tematici su cui l’associazione lavora sono molti: primo fra tutti quello dei caregiver, poi i siblings, fratelli e sorelle di persone con disabilità, e nel periodo post pandemico sono nati i gruppi di condivisione, ancora oggi attivi, come risposta al diffuso senso di solitudine che l’associazione percepiva dalle persone che si rivolgevano ai servizi tradizionali. Tra le tante questioni su cui l’associazione sta lavorando c’è anche quella delle residenze solidali per sostenere gli anziani nel restare nella propria abitazione, che un anno fa ha esitato in una ricerca approfondita disponibile sul sito www.alebg.it.

La progettazione edilizia

«Abbiamo pensato a questa ricerca come ad uno strumento per far maturare la società intorno ad un modello di edilizia diversa da quella canonica, che parte da esperienze concrete già esistenti in Alto Adige e in Nord Europa – racconta Stefano Stefanoni, volontario di Abitare le età e referente per i progetti inerenti la domiciliarità -. Anche nella progettazione edilizia è importante tenere presente che siamo una popolazione che invecchia quindi è necessario progettare residenze che tengano conto di questo aspetto. Su questo spirito ci siamo mossi fin dalla nostra nascita, con l’obiettivo da un lato di mantenere il più possibile le persone a casa loro e dall’altro di trovare una soluzione alternativa al ricovero nelle residenze che permetta alle persone di continuare a mantenere delle relazioni proficue con l’ambiente in cui vivono». Per saperne di più scrivere a [email protected].

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