
Volontariato / Bergamo Città
Giovedì 22 Maggio 2025
Giustizia, verità e legalità: voce fuori dal silenzio
L’ASSOCIAZIONE. Le attività della «Mario Conte per i Diritti Dimenticati» di Bergamo, ispirate alla vita personale e professionale del magistrato. Il patto fra generazioni.

L’organizzazione di volontariato «Mario Conte per i Diritti Dimenticati» di Bergamo nasce nel 2022 e promuove iniziative di cittadinanza attiva, impegnandosi a sollecitare un confronto costruttivo con le istituzioni e il territorio.
«L’obiettivo è quello di valorizzare la cultura della legalità in tutte le sue forme e con tutte le modalità più efficaci a promuovere una più sentita coscienza civile, democratica e solidale» spiega Isabella Lentini, presidentessa dell’associazione»
I pilastri su cui si fonda l’associazione sono i valori di giustizia, verità e legalità - gli stessi principi che hanno sempre ispirato la vita personale e professionale del magistrato Mario Conte, a cui l’organizzazione è dedicata. Perseguendo l’imprescindibile finalità di affiancare anziani e giovani in percorsi di arricchimento reciproco, l’associazione si muove su due piani: da un lato approfondisce nelle scuole, di ogni ordine e grado, tematiche relative a bullismo e cyberbullismo, violenza e mafia. Quest’anno, infatti, una classe terza del Centro di formazione professionale Patronato San Vincenzo di Bergamo ha partecipato al percorso «Fuori dal silenzio: riconquista del diritto/dovere di esserci», promosso dall’associazione. Partendo dalla canzone «Pensa» di Fabrizio Moro, gli studenti hanno approfondito il tema della legalità attraverso la produzione di elaborati creativi. «L’obiettivo è quello di valorizzare la cultura della legalità in tutte le sue forme e con tutte le modalità più efficaci a promuovere una più sentita coscienza civile, democratica e solidale» spiega Isabella Lentini, presidentessa dell’associazione. La premiazione del concorso si è tenuta lo scorso 14 maggio, nella sala Galmozzi del Comune di Bergamo, alla presenza di tre assessori comunali. Si è trattato di un momento evocativo del ponte intergenerazionale che l’Associazione e il Comune vogliono promuovere.
Il secondo filone
Il secondo filone su cui si muove la Mario Conte sono i «diritti dimenticati» delle persone anziane. L’idea è quella di restituire agli over 75 una dimensione personale, in cui abbiano occasione di valorizzare le loro capacità e competenze. In questo senso, si inserisce il progetto «Reint 2565», promosso e finanziato da Regione Lombardia su iniziativa del Chl (Center for healthy longevity dell’Università degli Studi di Bergamo) che ha subito coinvolto l’Associazione Mario Conte.
Il progetto rappresenta un vero e proprio «patto» tra generazioni, pensato per favorire la convivenza tra under 25 e over 65. Agli studenti dell’Università di Bergamo viene offerta l’opportunità di trovare alloggio presso over 65 residenti a Bergamo. In cambio, i giovani sono invitati a dedicare parte del loro tempo agli anziani, condividendo esperienze come passeggiate, serate al cinema o semplici conversazioni, creando così un legame autentico e reciproco. Oltre alla coabitazione, gli studenti possono beneficiare del supporto di un mentore senior, che li affianca nella stesura e revisione della tesi di laurea, nella preparazione degli esami e nella gestione delle lezioni e degli appunti, offrendo così un sostegno prezioso lungo il percorso accademico. Infine, il progetto mira a riscoprire i saperi dimenticati attraverso una serie di incontri che mettono a confronto le due generazioni.
«La nostra realtà è una vera e propria medicina alla solitudine. A guardarci, ritrovo quel senso di comitiva di quando si aveva 20 anni: è una seconda vita»
Portavoce di conoscenze
Signori e signore esperti si fanno portavoce di tradizioni e conoscenze che spaziano dalla storia di Bergamo al galateo in diverse sue declinazioni, fino a strategie di risparmio e riuso creativo dell’abbigliamento, creando occasioni di apprendimento e scambio reciproco. «Questo progetto, oltre ad essere utile per i ragazzi, ci permette di fare qualcosa di significativo per gli altri, restituendoci soddisfazione e orgoglio» spiega Lentini. «La nostra realtà è una vera e propria medicina alla solitudine. A guardarci, ritrovo quel senso di comitiva di quando si aveva 20 anni: è una seconda vita» conclude sorridendo la presidentessa.
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