In carrozzina su una bicicletta da Cervia a Venezia: sfida vinta

«SALIAMOLA». L’iniziativa dell’associazione Sguazzi con il «Veloplus»realizzata da Alex Caltagirone, affetto da atassia: «Mi sono emozionato».

Risalire la rotta del sale da Cervia a Venezia a bordo della «Veloplus», una bicicletta in grado di trasportare una carrozzina: è questa l’ultima sfida portata a termine dall’associazione Sguazzi proprio qualche giorno fa, che ha preso il nome «Saliamola» in un gioco di parole che ricorda sia il sale che la salita.

«L’idea è nata perché da tempo desideravo fare un cammino, come quello di Santiago, ma nelle mie condizioni non era semplice. Così insieme agli amici di Sguazzi abbiamo pensato ad una proposta più vicina a casa e più fattibile», racconta Alex Caltagirone. Alex è uno dei componenti dell’associazione Sguazzi ed è stato il cuore pulsante di questa avventura: è affetto da atassia, un disturbo nervoso del movimento per cui è compromesso il controllo dei muscoli durante movimenti volontari come camminare o afferrare oggetti.

Sognare in grande

Nonostante la sua malattia Alex continua a sognare in grande e Sguazzi lo aiuta a farlo. «Abbiamo pensato che un viaggio di questo tipo ci avrebbe aiutato a rimettere in moto le relazioni all’interno dell’associazione, che con il Covid si erano un po’ raffreddate - raccontano i volontari Mirco Nacoti e Roberto Dossena -. Abbiamo progettato un’esperienza accessibile a tutti, non solo per Alex ma anche per le famiglie. Perché Sguazzi è nata vent’anni fa, quando eravamo giovani, e oggi ci sono anche i nostri figli». Il gruppo è partito da Cervia il 2 settembre. Le prime tappe sono state percorse da 15 persone tra i 2 e i 50 anni, poi qualcuno è dovuto tornare a casa e altri 6 si sono ricongiunti al gruppo per le tappe finali.

«Non è stato semplice»

L’arrivo a Venezia è avvenuto domenica 10 settembre. Lungo il tragitto il gruppo ha scoperto le bellezze naturali del Delta del Po con la loro flora e la loro fauna, ma anche luoghi storici e patrimoni culturali importantissimi. «Non è stato semplice, le difficoltà ci sono state e non solo dovute alle forature - spiega Alex -. C’erano anche le mie difficoltà personali, che però sono state prese in carico da tutto il gruppo. Mi sono molto emozionato nel vedere come tutti intervenivano ogni volta che ce n’era bisogno e di questo sono molto grato». Per tutti i chilometri percorsi ad Alex è stato installato un microfono che gli permetteva di comunicare con il conducente della Veloplus stando comodamente rivolto verso il paesaggio. «In questo modo nonostante i rumori della pedalata riuscivamo a raccogliere tutti i suoi bisogni, ma anche ad ascoltare le sue emozioni», sottolinea Roberto.

La scoperta della Veloplus, che ha permesso di affrontare questo viaggio, è avvenuta grazie all’associazione Pedalabile di Passirano (in provincia di Brescia), che promuove la mobilità accessibile. Sono stati loro a mettere Sguazzi in contatto con «A spasso bike», azienda di Senigallia che commercializza biciclette accessibili prodotte in Olanda e che ha offerto la Veloplus a noleggio ad un prezzo sostenibile. Per completare l’attrezzatura necessaria ad affrontare l’avventura, però, mancava ancora un pulmino che è stato messo a disposizione dall’associazione Sos di Ciserano e dalla Comunità della Salute che ha offerto i buoni benzina necessari per spostarlo. Un grande lavoro di squadra, che ha mosso le realtà che ruotano intorno a Osio Sotto (dove ha sede Sguazzi) ma che ha anche aperto collaborazioni oltre i confini provinciali.

Un’esperienza di gruppo

«È stata un’esperienza di gruppo molto importante, che ci ha avvicinato ancor più di prima e che credo ci tornerà utile per proseguire nei percorsi che organizziamo durante tutto l’anno - conclude Alex -. Non avrei mai nemmeno potuto immaginare di fare un’avventura così con i miei limiti. Grazie all’appoggio di tutti ci sono riuscito».

E grazie ad Alex, al suo entusiasmo e alla sua caparbietà, anche i volontari di Sguazzi hanno realizzato un’impresa che forse prima non si erano nemmeno sognati. «Siamo riconoscenti ad Alex, che è motore immobile di molte attività e che ci permette sempre di metterci in movimento - sottolineano infine Roberto e Mirco -. Siamo riusciti ad arrivare fino in fondo, anche se in alcuni momenti il viaggio è stato impegnativo. È la dimostrazione che insieme ce la possiamo fare».

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