Sportello di comunità, una risposta alle povertà

ALMENNO SAN SALVATORE. Nato su iniziativa di Circolo Acli e Caritas parrocchiale. In due anni 180 accessi, 58 hanno riguardato la questione lavoro.

Ad Almenno San Salvatore esiste uno «Sportello di comunità» a cui i cittadini possono rivolgersi in caso di bisogno: uno spazio pensato dal Circolo Acli di Almenno San Salvatore insieme alla Caritas parrocchiale per rispondere a quelle emergenze sociali che erano emerse dopo il periodo del Covid, con particolare attenzione alla questione dell’accesso al mondo del lavoro.

Le attività caritative

«L’idea è partita dalle Acli provinciali che hanno sollecitato i Circoli per l’attivazione di sportelli dedicati al lavoro sui territori di tutta la provincia – racconta il presidente del Circolo Acli di Almenno San Salvatore, Claudio Locatelli -. Come Circolo abbiamo coinvolto in questo percorso la parrocchia e la Caritas, con l’intento di collegare questo servizio dedicato al mondo del lavoro con le attività caritative già portate avanti dalle altre realtà». È nato così lo «Sportello di comunità»: la parrocchia ha messo a disposizione i locali e nel marzo 2022 lo sportello ha ufficialmente aperto. «L’attenzione è rivolta alle povertà del nostro territorio, famiglie e persone con fragilità, con particolare attenzione alla questione lavorativa». Allo sportello le persone che ne hanno bisogno possono trovare aiuto per predisporre il curriculum vitae, un orientamento per accedere ai luoghi di lavori, ma anche tanto altro. «Con i mesi abbiamo allargato le nostre competenze: ascolto alle persone con fragilità, assistenza informatica per lo spid e altre necessità, spazio di matching tra badanti disponibili e famiglie che ne hanno bisogno, scuola di italiano per stranieri».

Le richieste di aiuto

Lo sportello di comunità il 19 marzo compie due anni. Tra il 2022 e il 2023 gli accessi sono stati 180. Di questi 58 hanno riguardato la questione lavoro, 20 l’attivazione di strumenti informatici, 20 la richiesta di accedere alla Scuola di italiano 19 la ricerca di badanti, 15 situazioni di povertà, 12 l’emergenza Ucraina, 6 problematiche abitative, 5 la ricerca di colf: «A due anni dall’avvio possiamo dire che stiamo riuscendo a fornire una risposta alle situazioni di emergenza. Riusciamo ad aiutare nella ricerca del lavoro soprattutto costruendo un collegamento con i servizi, ma anche indirizzando verso aziende del territorio. Non lo facciamo da soli, ma in stretto collegamento sia con i centri per l’impiego che con i servizi e le assistenti sociali dei paesi». Oltre alle istituzioni locali, fondamentale è la rete con le altre realtà associative del territorio dall’Azione Cattolica alla Società di San Vincenzo de’ Paoli fino al Gruppo missionario, con le quali lo Sportello ha attivato collaborazioni proficue per poter offrire un servizio migliore ed integrato ai cittadini. Aggiunge il volontario Pier Manzoni: «La scelta è quella di non dare subito la risposta ai bisogni concreti come le necessità alimentari o di vestiario, per le quali indirizziamo alle associazioni che hanno servizi dedicati come San Vincenzo o Gruppo missionario. Noi cerchiamo di osservare il problema e di integrare i servizi che ci sono sul territorio, integrandoci con gli altri».

Gli orari di apertura

Le aperture ufficiali dello «Sportello di comunità» sono due volte la settimana, il lunedì dalle 9,30 alle 11,30 e il venerdì dalle 17 alle 19. Ma la risposta è sempre garantita grazie ad un numero di cellulare (375.7008721) a cui risponde sempre uno dei volontari dello Sportello e al quale è possibile prenotare un appuntamento anche in altri orari.

I servizi non sono rivolti solo ai residenti di Almenno San Salvatore, ma anche a quelli dei paesi limitrofi della Valle Imagna. I volontari che gestiscono lo sportello sono 10, a cui si aggiungono le 8 insegnanti della Scuola di italiano che è aperta ogni mercoledì mattina e che al momento conta 25 iscritti. «Lo Sportello vuole essere un modo per attivare la nostra comunità e renderla più attiva, attenta e solidale. È una sfida», conclude la volontaria Lucia Gotti.

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