Un docufilm per ricordare l’eccidio di Cornalba

Il progetto Nel 1944 sono stati uccisi 15 partigiani. L’Anpi Valle Brembana sta lavorando per ricordare questa tragedia, insieme ai giovani.

Cornalba è un paesino della Valle Serina, a 900 metri di altitudine e con 300 abitanti. Nell’autunno del 1944 il territorio fu teatro di uno degli avvenimenti più drammatici della Resistenza bergamasca: il 25 novembre e l’1 dicembre 1944 nel corso di alcuni rastrellamenti vennero trucidati 15 partigiani della Brigata 24 Maggio di Giustizia e Libertà (due dei quali proprio di Cornalba). Anche la popolazione del luogo pagò un prezzo altissimo: incendi, violenze, saccheggi e il giovane Lorenzo Carrara, catturato il 25 novembre insieme ad altri, morì due anni dopo per le torture e le sevizie subite. Un luogo che oggi è teatro del lavoro di recupero e di costruzione della memoria della Resistenza bergamasca, grazie all’incessante lavoro dei volontari della sezione Anpi Valle Brembana Giuseppe Giupponi «Fuì»: 150 persone impegnate nella realizzazione di iniziative, di commemorazioni, di ricerca storica, di percorsi di memoria e nel recupero dei luoghi della resistenza partigiana.

«La sezione lavora su tutto il territorio della Valle. A Cornalba in particolare ci impegniamo in due direzioni: realizziamo visite guidate sui luoghi dell’eccidio, nel centro storico del paese o con un’escursione lungo il sentiero partigiano fino al rifugio sul monte Alben; dall’altro lavoriamo nel recupero dei luoghi della memoria con interventi di manutenzione e di installazione di targhe per ricordare persone e fatti di quel periodo storico» , racconta il volontario Bruno Bianchi. Un lavoro che non si è fermato nemmeno nel 2020, quando impossibilitati ad organizzare le visite guidate a causa della pandemia, i volontari hanno pensato di realizzare un docufilm della durata di 30 minuti che ripercorresse quei luoghi della memoria.

Il docufilm

Ne è nato «La mitraglia sul campanile. Storia di un eccidio. Cornalba autunno 1944». «Lo abbiamo presentato per la prima volta lo scorso novembre a San Giovanni Bianco. Ora l’obiettivo è quello di raggiungere i giovani e di portarlo nelle scuole perché i ragazzi conoscono poco di quel periodo della Resistenza e a volte lo conoscono in modo distorto». Il documentario è accompagnato da un libro che ne riporta la sceneggiatura. «Abbiamo pensato a strumenti innovativi e linguaggi diversi che ci mettano in sintonia con le nuove generazioni. Stiamo realizzando un progetto con Anpi provinciale, Isrec, Coop Lombardia, Lab80film, Società Pandora e Csv Bergamo per portare un percorso didattico modulare nelle scuole che veda protagonisti gli studenti nel trasmettere la memoria».

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